Al caldo di metà luglio si aggiungono le alte temperature all’interno della maggioranza regionale, rese torride dalla questione morale del Pd e dai rapporti ormai al lumicino tra il partito e il governatore. “Non voglio entrare nel dibattito che si è aperto nel Pd ma non c'è dubbio che la questione morale posta dal presidente Crocetta merita tutta l'attenzione possibile- dichiara il ministro della Pubblica amministrazione e segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia- Capisco e rispetto il travaglio che vivono i democratici in queste ore ma ritengo fondamentale unire le forze della maggioranza che governa la Sicilia, affinché la politica recuperi fino in fondo la sua credibilità”. Il leader centrista porta acqua al mulino di Crocetta e ribadisce di volere continuare nel cammino intrapreso da due anni: “Invito gli alleati a fare altrettanto, anche a costo di allontanare persone ovunque esse siano e da dovunque vengano".
Nel frattempo, in casa Pd è il segretario regionale Giuseppe Lupo a replicare al governatore Crocetta sui temi della questione morale, divenuta centrale nella Direzione regionale di sabato scorso a Palermo (vedi articolo allegato), tanto che sull’argomento è stato approvato un documento.
"Sulla questione morale non prendiamo lezioni certamente da nessuno. Ne' tantomeno da altri partiti- dichiara Lupo- Il Pd e' il partito del presidente Crocetta e ne siamo fieri, perche' Crocetta rappresenta una delle migliori risorse del nostro partito e la speranza di cambiamento per milioni di persone e non solo in Sicilia. Chi pensa che qualcuno nel Pd sia contro Crocetta sbaglia perche' il partito sostiene pienamente il presidente Crocetta nell'azione di governo che sta portando avanti, in particolare contro ogni forma di malaffare, corruzione ed illegalita'”.
Sul fronte questione morale quindi, ed è apparso chiaro anche durante i lavori di sabato, si sta scatenando una sorta di corsa a “chi l’ha detto per primo e meglio” e se da un lato è sempre più evidente che il governatore stia facendo un pensierino alla segreteria nazionale del Pd dall’altro le divisioni sono forti, e lo dimostra il fatto che nel documento approvato c’è il divieto di “doppia militanza” che è scritto su misura per il Megafono.
“Siamo con lui sulle "barricate" nella lotta alla mafia e contro la corruzione- prosegue Lupo- e la direzione di sabato ha preso decisioni forti e chiare
applicando il rigorosissimo codice etico del Pd nazionale come riferimento per le commissioni di garanzia che sono chiamate a prevenire e sanzionare comportamenti contrari ai valori della trasparenza e della legalita' degli iscritti".
Il documento approvato fa riferimento alle vicende dell’ultimo anno che in più casi hanno riguardato esponenti del Pd, dalla vicenda Ciapi ad Aram e Lumen ed alla necessità che il partito si dia regole più stringenti.
“E’ opportuna- si legge tra l’altro- la necessità che coloro che vengono coinvolti in complesse e delicate indagini si sospendano dagli incarichi istituzionali ricoperti in rappresentanza del partito e rinuncino allo status in attesa che si chiariscano le vicende giudiziarie”.
Ma la resa dei conti nel partito deve ancora iniziare. Prima della stagione congressuale c’è quella che porterà ad individuare le “regole” per il Congresso ed è proprio quello il fronte più caldo. In settimana il segretario regionale Lupo sarà a Messina, divenuta ormai una bomba ad orologeria pronta ad esplodere al primo tocco. Sabato scorso durante la Direzione Angela Bottari, presidente dell’Assemblea provinciale di Messina, ha denunciato alcune irregolarità: “Troppi circoli fittizi, tesseramento gonfiato, bilanci non approvati ed una sede che non esiste dal momento che è all’interno della segreteria di Genovese”.
Rosaria Brancato