di Marco Olivieri
MESSINA – Continua a far discutere la marginalizzazione nei Fondi sviluppo e coesione, Fsc 2021-27, della Città metropolitana di Messina. Un patto tra governo nazionale e regionale da 6.8 miliardi di euro, con 580 interventi in Sicilia. Solo 457 milioni di euro nel territorio messinese. Un tema su cui ci siamo soffermati e che non smette di fare discutere. Come riportava ieri la Repubblica – edizione di Palermo, il Comune di Messina ha ottenuto 74 milioni di euro, mentre i Comuni delle due città siciliane viaggiano su cifre ben più alte. 944 milioni Palermo e 768 Catania.
19 milioni per il completamento del porto di Tremestieri; 16,8 milioni per la Cittadella della cultura all’ex “Margherita” e 40 milioni per la realizzazione dello svincolo di Monforte San Giorgio, tra gl interventi previsti nel territorio. Forte Gonzaga e l’asilo nido di Sperone, a Messina, rientrano come conferme dai fondi 2014-20. E ha fatto discutere la scelta di destinare 1,3 miliardi al progetto della costruzione del ponte sullo Stretto.
Quanto alle proteste, ha sottolineato il sindaco metropolitano Federico Basile: “Solo il 40% dei Comuni della provincia di Messina riceverà finanziamenti, mentre il restante 60% è stato completamente ignorato. Questo, nonostante i progetti presentati fossero già esecutivi e cantierabili. Anche la Città metropolitana di Messina, unica tra le tre metropoli siciliane, non ha ricevuto alcun finanziamento, in netto contrasto con quanto avvenuto per Palermo e Catania. I sindaci denunciano una totale mancanza di concertazione con i territori durante il processo di selezione dei progetti”.
Dal settore idrico, per 60 milioni, alle discariche di Portella Arena e Vallone Guidari, tante le proposte non accolte. C’è chi imputa questo a una debolezza sul piano progettuale dell’attuale amministrazione messinese, ad esempio, ma si ribatte che “i progetti erano esecutivi e cantierabili”. E c’è chi pensa a una decisione politica del centrodestra.
In ogni caso, la priorità è la Città metropolitana, il suo capoluogo e la sua provincia. E spetta ai parlamentari farsi sentire. I rappresentanti nazionali e regionali, di qualsiasi colore siano, devono avere un’attenzione costante nei confornti di luoghi così pieni di problemi ed emergenze. E tocca alla politica, a tutti i livelli, individuare nuove soluzioni per affrontare i bisogni del territorio.