"Una giornata che sembrava concludersi al meglio, improvvisamente capovolta nel dolore. E l'interrogativo: Perché a Rebecca? Siamo accorsi intorno ai familiari, oggi dopo quattro interminabili giorni siamo raccolti qui nella chiesa Madre della città. Perché conoscevamo Rebecca, il suo tratto gentile, orgoglio dei suoi genitori". Così, con la voce rotta dall'emozione, padre Giovanni Tomaso ha pronunciato la sua omelia ai funerali di Rebecca Lazzarini.
La bara bianca al centro della navata, il Duomo straripante di gente, fuori un cielo fosco e piovoso. Così la città e i cari hanno dato l'ultimo saluto alla quattordicenne, oggi. E padre Giovanni, che Rebecca l'ha vista crescere, tratteneva a stento i singhiozzi. "Perché? Non possono soddisfarci l'enorme emozione e l'onda mediatica dovuta anche all'accostamento a quella legge, nata tardi e male" ha detto il religioso che guida la piccola parrocchia di Pezzolo, riferendosi alla nuova legge sull'omicidio stradale, non ancora in vigore.
Ancora qualche giorno ed al conducente dell'auto killer sarebbe costata il carcere. " Nessuna parola ci restituirà il sorriso spezzato di Rebecca. Oggi siamo qui a chiedere che la giustizia sia più giusta con i deboli e più aspra con i colpevoli. Essere qui é un atto di amore e affetto, e di fede. Siamo qui vicino a te Maria, a te Pierluigi, che non riuscirete a cicatrizzare questo dolore. Siamo qui, insieme a voi, intorno a questa bara bianca, e tutti volgiamo lo sguardo a Cristo. Sia lui la nostra risposta".
Poche parole, poi la celebrazione dei funerali è ripresa. I genitori di Rebecca, Maria e Pierluigi, non hanno staccato gli occhi dal feretro bianco coperto di fiori candidi, abbracciati. Tutto intorno, stretti in un dolore composto, c'erano i familiari, la comunità dei villaggi a sud di Messina che hanno visto crescere la ragazza, gli allievi dell'istituto superiore Sequenza, dove Rebecca frequentava la I B. Nella navara laterale, due amiche di Rebecca in tutto simile a lei – i capelli lunghi, lo zaino in spalla, leggins e scarpe da tennis, si abbracciano in lacrime. Anche loro si chiedono "perche?".
Non è stato facile per le compagne di Rebecca, le amiche piu' strette, leggere i pensieri che avevano appuntato su dei foglietti per dire addio alla loro amica. Ci hanno provato, abbracciate, mano nella mano, al microfono dell'altare, tra le loro lacrime, mentre anche tutti gli altri all'interno del Duomo si scioglievano in un pianto di commozione. "Ci siamo promesse amicizia eterna, finché morte non ci separi, e puoi stare sicura che saremo insieme per sempre. Tu resti il nostro punto di riferimento, da lassu' veglia su di noi, non é un addio ma un arrivederci". "Poche parole non bastano, come faremo senza di te?". Mentre liberavano i palloncini bianchi e rossi, all'uscita del feretro dal Duomo, il cielo cominciava a schiarirsi.(Alessandra Serio)