CONDOFURI – E’ particolarmente indignato, il presidente del Consorzio di bonifica “Basso Jonio reggino” Giandomenico Caridi (vedi foto grande). Il furto perpetrato alla sede dell’organismo consortile «sa di larvata intimidazione», ribadisce al cronista. Basti pensare alle dimensioni dell’atto: «Un gesto vigliacco – ribadisce a Tempostretto -. Il controvalore? Almeno 150mila, forse 200mila euro: sono 10mila euro già solo i danni alla nostra sede operativa di contrada Lugarà, a Condofuri, tra cancello scassato e porta scardinata».
Ma per arrivare a importi di quel genere manca molto altro all’appello… «Certo. Con questo furto, episodio vandalico, atto intimidatorio, non so bene come qualificarlo…, gli ignoti malviventi di turno hanno prodotto danni enormi – evidenzia Caridi -. Ci hanno preso, ad esempio, un caterpillache era un autentico gioiellino, prezioso per la rete secondaria “comiziale”, quella più capillare, con le condotte che passano in mezzo ai giardini. E poi un camion della portata di 17 quintali, altri strumenti fondamentali di lavoro…».
Le prossime ore potrebbero essere decisive. Si svolgerà infatti alle 15 di domani – mercoledì 23 febbraio -, nella sede di contrada Lugarà – quella “istituzionale” è a Reggio città, a un passo dal Tribunale dei minori -, una riunione open del Consiglio consortile.
Alla speciale riunione prenderanno parte l’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Gianluca Gallo, il dirigente generale del relativo Dipartimento regionale Giacomo Giovinazzo e Katya Gentile, consigliera regionale di Forza Italia e presidente della Sesta Commissione consiliare “Politiche agricole”. Ed è stata chiesta un’emblematica presenza all’incontro dello stesso Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.
Frangenti emblematici dell’aria pesantissima che si respira dopo quello che in zona non è certo classificato come un “normale” furto, al di là del controvalore…
«Ma guardi, in ogni caso non sono soltanto i soldi – argomenta il presidente Caridi -. Anche ipotizzando che le Istituzioni competenti ci avessero già dato 200mila euro cash, non siamo certo di fronte a macchinari e strumentazioni che si possano reperire e acquistare nel giro di pochi minuti. Così, serve uno sforzo davvero celerissimo ma anche sinergico, per far fronte a questo momento di grande difficoltà. Il rischio maggiore adesso? Se non si smuove qualcosa di decisivo, l’intera agricoltura della zona rischia seriamente la paralisi per oltre un mese, senza i fondamentali servizi irrigui dell’organo consortile».