Messinambiente al bivio. Passa il tempo, aumentano i debiti. Il 30 settembre fine contratto per la gestione dei CCR

Il bilancio di Messinambiente già “depositato” negli uffici di palazzo Zanca, attende di passare al vaglio del consiglio Comunale, dove lunedì intanto si affronterà un’altra potante bollente, quella cioè della delibera di riorganizzazione dei servizi di mobilità urbana entro cui è compresa anche la messa in liquidazione dell’Atm. Le partecipate continuano dunque a rimanere il “cruccio” di un’amministrazione che deve fare il possibile per cercare di non oltrepassare la soglia del burrone finanziario. Tra i corridoi degli uffici di via Dogali non rimane che attendere, con la consapevolezza però che più passa il tempo più i debiti aumentano e il buco economico da dover eventualmente colmare cresce a dismisura. Ultima ciliegina sulla torta la chiusura della discarica della provincia etnea in cui Messinambiente conferiva l’umido e quindi la necessità di “deviare” verso Grammichele, provincia di Caltagirone, un vero e proprio viaggio (360 km andata e ritorno) con altrettanti costi da sostenere.

Una strada di mediazione potrebbe rimanere quella della cessione dei beni immobili, inceneritore (ancora in corso la perizia del Tribunale) e autoparco di via Salandra, dal Comune alla società attualmente amministrata da Armando di Maria, ma anche su tale fronte non vi sono molto certezze. Che però da qualche parte devono pur arrivare perché come ribadito dallo stesso Di Maria «o si pensa ad un serio piano di rilancio e riorganizzazione economica o altrimenti è meglio mettere una croce sopra Messinambiente». Un peso non indifferente sull’intera vicenda è costituito dai complicati rapporti tra la partecipata e l’Ato3, la società d’ambito che “gira” le risorse comunali in via Dogali. Ed è proprio qui che si innesta il cortocircuito tra l’azienda di raccolta rifiuti, che sostiene di non ottenere quanto invece le spetterebbe per i servizi resi, e il commissario liquidatore Antonio Ruggeri che afferma al contrario di essere “in pari” con i conti.

Il destino della società verrà deciso nel corso della seduta dell’assemblea dei soci che si terrà a fine mese. Difficile fare previsioni, c’è chi sostiene che il destino possa passare, così come per l’Atm, verso una proposta di messa in liquidazione. Nell’attesa il personale, aumentato grazie alle assunzioni “per sentenza”, continua a garantire il servizio: si cerca di procedere per priorità, dal centro alla periferia, anche se spesso, nel giro di qualche ora, si torna esattamente punto e a capo, rifiuti e discariche a cielo aperto un po’ ovunque. Una lotta contro i mulini a vento da cui, oggi come domani, che sia con Messinambiente o con altra società, la città uscirà sconfitta se a cambiare non sarà la mentalità civica. Di cui purtroppo c’è ben poca traccia, come confermato anche dai risultati, non certo “esaltanti”, dell’utilizzo delle isole ecologiche. Un dato per inquadrare bene il complicato rapporto tra cittadini e CCR (Centro di Conferimento e di raccolta): nel mese di agosto Messinambiente su esplicita richiesta del VI quartiere, ha collocato sul territorio della circoscrizione 21 cassonetti per la raccolta dei vestiti: nella prima settimana sono state “racimolate” circa 2,6 tonnellate di indumenti, nella seconda 2,5. Di contro, nel mese di agosto, facendo un calcolo complessivo riguardanti tutti i centri, la quantità di vestiti accumulati è stata di 13 tonnellate. Una sproporzione notevole che mette in evidenza come l’utilizzo dei Centri non faccia ancora parte della mentalità cittadina (forse anche per l’assenza di “incentivi” economici per chi pratica la differenziata) e sia quindi da supportare con la collocazione delle diverse tipologie di cassonetti in più punti della città e con la raccolta differenziata porta a porta, come avvenuto sempre quest’estate nella zona della VI circoscrizione. L’iniziativa verrà ripetuta nell’abitato di Santa Lucia Sopra Contesse, recentemente bonificato.

Il prossimo 30 settembre, intanto, scadrà il contratto di gestione delle isole ecologiche sottoscritto tra Messinambiente e Ato3, che ha invece mantenuto il controllo solo del punto di Gravitelli. Anche su questo fronte bisognerà capire cosa fare. (ELENA DE PASQUALE)