«Il contratto di servizio è in fase molto avanzata. Stiamo lavorando fortemente, l’azienda ci sta dando una mano, al massimo entro un mese e mezzo avremo il nuovo contratto di servizi oe durerà fino al 2020». Con queste parole l’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pizzo due giorni fa ha risposto ai microfoni di Tempostretto (guarda il video in allegato) in occasione della giornata di mobilitazione per la continuità territoriale organizzata dai sindacati confederali al Palacultura. Sul contratto di servizio che regolerà i rapporti tra Regione Sicilia e Ferrovie dello Stato e che finalmente definirà un quadro certo di costi e servizi, l’assessore Pizzo ha fornito ampie rassicurazioni, ha garantito che entro un mese e mezzo sarà pronto, ha però aggiunto alcune dichiarazioni che non sono passate inosservate.
E così a contestare le affermazioni dell’esponente della giunta Crocetta e a chiedere chiarimenti è Giosuè Malaponti, coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani, che non ha intenzione di concedere sconti all’assessore. Secondo Malaponti, che sta combattendo la battaglia per salvare il trasporto ferroviario siciliano insieme al movimento #ilferribottenonsitocca, c’è una serie di incongruenze nelle parole dell’assessore. «O l’assessore si è confuso oppure dice delle cose molto gravi» esordisce senza mezzi termini Malaponti che punta l’attenzione su quel “l’azienda ci sta dando una mano”, evidentemente riferendosi alle Ferrovie, che Pizzo ha dichiarato parlando del lavoro che gli uffici regionali stanno portando avanti sul contratto di servizio.
«Quando l’assessore Pizzo afferma che nella redazione del contratto di servizio si stanno facendo aiutare dall’azienda significa che a nulla sono valse le nostre raccomandazioni a stare attenti al fatto che Trenitalia avrebbe fatto valere tutto il suo peso da monopolista nella redazione del contratto, cercando di imporre a suo piacimento le regole che sarà chiamata a rispettare. Mi sembra strana e assurda questa affermazione che confermerebbe che stanno materialmente lavorando in sinergia. E se così fosse sarebbe molto grave».
Per sgomberare il campo dai dubbi però secondo Malaponti ci sarebbe una soluzione facile e immediata: tirar fuori questa bozza di contratto e dare così la possibilità ai pendolari e ai sindacati di avere contezza di cosa sia stato già messo nero su bianco. «E’ un contratto pubblico, vogliamo quantomeno leggere il canovaccio che è stato scritto ed eventualmente integrare con i suggerimenti da parte dei pendolari che conoscono la realtà e possono adoperarsi per realizzare un contratto più a misura dell’utenza. Non capisco questa riservatezza. L’assessore dice che ormai è quasi pronto, comitati e sindacati non hanno idea di cosa sia stato inserito e a maggior ragione farsi aiutare dall’azienda mi sembra veramente una stranezza inopportuna».
Per il coordinatore dei pendolari siciliani fino ad ora c’è stata troppa superficialità e scarsa attenzione sul vero nodo del problema da parte di chi in questo momento ha le redini del futuro ferroviario dell’intera regione. Stranezze su stranezze che lasciano perplesso il comitato e che aumentano analizzando un’altra dichiarazione resa da Pizzo: «Il contratto che si andrà a firmare scadrà nel 2020». Ma secondo Malaponti l’assessore soffre di amnesia, si è confuso o probabilmente è a conoscenza di progetti di cui attualmente non si sa nulla. «Per quanto ci risulta quello che si sta redigendo adesso è un “contratto ponte” che coprirà fino al 2018, altrimenti si dovrebbe bandire una gara pubblica. Probabilmente l’assessore sarà poco informato, e lo spero, perché se viceversa in questo contratto si prevede la scadenza naturale di sei anni, quindi fino al 2020, c’è qualcosa di anomalo. Di certo c’è che un contratto di sei anni presuppone la gara pubblica».
Proprio sull’ipotesi gara pubblica il Comitato pendolari siciliani aveva anche suggerito di dividere il territorio ferroviario siciliano in due lotti: il primo doveva comprendere la dorsale tirrenica e ionica, dando possibilmente l’opportunità a società come Ntv o Trenord di partecipare alla gara, lasciando nel secondo lotto tutto ciò che rimane, dunque la Siracusa-Ragusa-Gela, la Caltanissetta-Agrigento e così via.
Tornando alle dichiarazioni di Pizzo, Malaponti a questo punto vorrebbe capire se queste due incongruenze siano state causate da un refuso di memoria dell’assessore o se veramente le cose stanno in questa maniera. E proprio per questo l’unica cosa che chiede a nome del comitato è un confronto su documenti concreti che possono dare la reale dimensione delle intenzioni che la politica regionale intende mettere in atto. «Se avete intenzione di invitarci per discutere della bozza del contratto di servizio saremo ben lieti di venire a Palermo, ma se l’invito parte per ottemperare ancora a fantomatiche proposte noi non ci saremo perché non abbiamo nulla da dire se non conosciamo il testo base».
Il Comitato pendolari siciliani ha le idee chiarissime, teme però che non sia lo stesso per l’assessore Pizzo. In attesa di capire cosa accadrà, andrà avanti la battaglia insieme al movimento #ilferribottenonsitocca per la continuità territoriale sullo Stretto di Messina, per difendere i diritti di cittadini italiani e per chiedere un servizio di trasporto pubblico efficace adeguato alle esigenze di una mobilita moderna che non crei disagi e disservizi. «Non ci rassegneremo a vedere la Sicilia privata dei necessari collegamenti e respingiamo il ruolo passivo della Regione Siciliana, spettatrice di decisioni che la vedono privata di diritti irrinunciabili per tutti i residenti nell’Isola».
Francesca Stornante