L’assessore all’urbanistica De Cola: « i privati dovranno dirci se sono disponibili ad attuare interventi di riqualificazione del quartiere»; dal canto suo, l’ad della Stu Tirone, Cavallaro, dichiara: «l'amministrazione non è stata in grado di consegnarci un elenco di interventi, ma noi non staccheremo la spina». Il presidente Parrinello ha avvisato i soci che convocherà il Consiglio di Amministrazione a fine mese
La vicenda della Stu Tirone è una di quelle vicende inserite nella rubrica domenicale di qualche settimana fa a firma di Rosaria Brancato “Ma comu finiu?”. Il silenzio calato negli ultimi mesi sulla società di trasformazione urbana, della quale il Comune detiene il 30% delle quote, cela in realtà novità importanti: prima tra tutte che sono andati definitivamente persi i fondi del contratto di quartiere, negli anni già decurtati da 8,5 a 6,3 milioni. La seconda è che il Comune ne era al corrente già dal 30 luglio, allorquando il Comitato paritetico del Ministero delle Infrastrutture – Regione ha detto no all’ipotesi di riammettere a finanziamento il programma di Palazzo Zanca, per il quale era rimasto un residuo di 4,5 milioni di euro.
Il futuro della Stu Tirone, dunque, è più che mai incerto, ma quel che è peggio è che ad essere incerto è soprattutto il futuro del centralissimo e storico quartiere della città, che da anni attende di rinascere a nuova vita attraverso interventi di riqualificazione e rigenerazione.
Come noto, sul destino dell’antico borgo si sono sempre incrociati, e spesso scontrati, gli interessi pubblici e quelli privati: da una parte c’è l’esigenza del Comune di riqualificare l’area e dall’altra la necessità dei soci privati di costruire per trarre profitto. Il progetto, più volte rivisto e corretto nelle volumetrie, prevede la realizzazione di un parcheggio, un centro commerciale e di edilizia residenziale ma anche pubblica per il tanto sbandierato sbaraccamento.
In questi anni non sono mancati dibattiti e critiche anche feroci sulla natura degli interventi proposti dalla parte privata, che secondo molti mirerebbe esclusivamente ad una dannosa speculazione edilizia. Adesso, dopo la cancellazione delle risorse derivanti dal Contratto di quartiere, si è arrivati ad un punto di non ritorno ed il Comune dovrà decidere insieme agli atri soci della Stu cosa fare.
L’assessore all’urbanistica, Sergio De Cola, spiega in maniera abbastanza perentoria: «L’obiettivo dell’amministrazione Accorinti è quello di riqualificare il Tirone, ma adesso che non ci sono più i fondi del contratto di quartiere, i privati dovranno dirci se sono disponibili ad attuare interventi di rigenerazione del quartiere. Sia chiaro che nella nostra concezione di riqualificazione non è prevista la realizzazione né di parcheggi né di centri commerciali».
Dal canto suo, l’amministratore delegato della Stu Tirone, Franco Cavallaro, torna a lamentare ancora una volta l’assenza di dialogo con la giunta Accorinti «Non riescono a venire con un elenco di interventi, non abbiamo ancora capito quali intenzioni abbia questa amministrazione».
Per provare a fare chiarezza sul futuro, il presidente della Stu Tirone , l'avvocato Marcello Parrinello (nominato dalla giunta Accorinti) ha avvisato i soci che convocherà il Consiglio di Amministrazione a fine mese. La riunione si svolgerà certamente dopo il 28 gennaio, data di fondamentale importanza per il Comune di Messina, che entro quel giorno dovrà inviare al Ministero dell’Interno i correttivi al Piano di riequilibrio.
Al di là di ciò che sarà deciso nell’assemblea dei soci, la sensazione è che il Comune voglia accompagnare la Stu Tirone verso una morte lenta e “naturale”, magari auspicando un volontario passo indietro dei soci privati, in modo da evitare contenziosi.
Tuttavia, a questo proposito, l’ad Cavallaro mette subito in chiaro: «Noi non staccheremo la spina e siamo pronti a fare causa al Comune».
Cosa succederà concretamente lo scopriremo probabilmente a fine mese. Intanto, le non decisioni hanno solo portato alla perdita dei fondi del Contratto di Quartiere, precipuamente destinati a quella riqualificazione dell’antico borgo di cui si parla da anni. Per attuare la quale non sono certo sufficienti le due ordinanze recentemente emanate dal sindaco Renato Accorinti con cui è stato disposto lo sgombero di un edificio pericolante ed affidata ai privati l’immediata bonifica e messa in sicurezza della zona (vedi correlato).
Danila La Torre
Inviterei il consiglio di amministrazione della stu di inserire all ordine del giorno dell imminente c.d.a. anche un altro punto: pagare gli stipendi arretrati di un anno intero + liquidazione per fine rapporto di lavoro all unico dipendente in forza. Vergogna!
Inviterei il consiglio di amministrazione della stu di inserire all ordine del giorno dell imminente c.d.a. anche un altro punto: pagare gli stipendi arretrati di un anno intero + liquidazione per fine rapporto di lavoro all unico dipendente in forza. Vergogna!