Nel partito democratico si avvicina la resa dei conti. Lunedì 8 luglio, alle ore 18, si terrà l’Assemblea Provinciale, che è stata convocata dalla presidente dell’organismo, Angela Bottari, in seguito delle dimissioni del Coordinatore Provinciale, Patrizio Marino, e della Tesoriera Provinciale, Cettina Cannavò, coinvolta nell’inchiesta giudiziaria sulla formazione. «L’Assemblea – scrive la Bottari in uno scarno comunicato – affronterà anche l’analisi della situazione politica alla luce dei risultati elettorali».
Il partito democratico, più di tutti gli altri partiti della coalizione del centro-sinistra, esce con le ossa rotte dalle recenti elezioni amministrative che, nonostante 4 anni di amministrazione di centro-destra e 9 mesi di commissariamento, hanno preso una piega che nessuno poteva immaginare sino a due mesi fa e si sono, di fatto, trasformate in un referendum pro o anti Genovese.
Già all’indomani della vittoria alle primarie del 14 aprile, il candidato sindaco del centro-sinistra Felice Calabrò è stato “bollato” come l’uomo d’apparato, espressione di quei di giochi di potere che nulla hanno a che fare con le regole democratiche. Inizialmente, gli attacchi più feroci non sono arrivati dall’esterno ma dall’interno del partito e da quei rappresentanti scesi in campo in prima persona che prima hanno invocato le primarie e combattuto perché la scelta del candidato sindaco passasse dalla consultazione popolare e poi ne hanno contestato il risultato, puntando il dito contro l’apparato.
Le accuse contro il sistema e l’apparato sono rimbalzate all’esterno, diventando un assist perfetto per gli avversari politici, che ne hanno approfittato, obiettivamente favoriti delle pessime condizioni in cui versa la città, delle quali – in campagna elettorale – è sembrato però che l’unico colpevole fosse Genovese e non 30 anni di cattive amministrazioni, di tutti i colori politici. Le ambiguità dei renziani Palano Quero e Russo, candidati indipendenti ai quartieri e ufficialmente sostenitori di Calabrò, i battiti d’ala della Farfalla, che ha dato l’impressione di voler volare libera anche se formalmente schierata con l’avvocato quarantenne hanno, poi, contribuito ad accentuare le divisioni all’interno del partito democratico.
Il Pd messinese è chiamato adesso a lavare in casa i panni sporchi e a programmare il futuro, ma tenendo conto di una nuova e pesantissima tegola abbattutasi sulla testa dei suoi due più autorevoli esponenti, il deputato nazionale Francantonio Genovese, leader del partito a Messina, ed il cognato, il deputato regionale Franco Rinaldi, entrambi coinvolti nello scandalo Formazione ed indagati per associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo fonti interne al Pd, Genovese starebbe pensando di fare un passo indietro, liberando il partito dalla sua figura “ingombrante”.
Nell’assemblea dell’8 luglio, ci sarà modo di analizzare quanto avvenuto in queste settimane e probabilmente si procederà a scegliere la persona che dovrà traghettare il partito al congresso d’autunno. Al Consesso in programma tra 9 giorni, parteciperanno anche il Responsabile Nazionale d’Organizzazione del PD, Davide Zoggia, ed il Segretario Regionale del PD, Giuseppe Lupo.
Nella convocazione inviata ai tesserati del partito democratico, la presidente dell’Assemblea Bottari sottolinea «l’importanza della discussione e delle decisioni da assumere» . (Danila La Torre)