Un gruppo di lavoratori sulla tribunetta dell’aula consiliare. Il solito via vai e i capannelli di consiglieri che discutevano tempistiche, strategie politiche, numeri. Una seduta di quasi tre ore, fatta più di sospensioni che di dibattito vero e proprio. Un copione purtroppo già visto e rivisto. Per la MessinaServizi Bene Comune sembra davvero non esserci nulla da fare. Dopo quell’approvazione lampo della costituzione della società, il giorno prima dello sfiducia day, non si è riusciti a muovere un solo passo. Quasi subito, infatti, si doveva procedere all’approvazione della seconda delibera che avrebbe dovuto camminare praticamente di pari passo con quella approvata in consiglio comunale il 13 febbraio scorso: affidamento dei servizi e contratto di servizio che regolerà i rapporti tra Palazzo Zanca e MessinaServizi Bene Comune. Senza questo passaggio la nuova società resta di fatto una scatola vuota piena solo di buone intenzioni, già registrata alla Camera di Commercio, con un amministratore unico e un collegio sindacale già nominati, ma senza alcuno strumento giuridico per programmare attività. Anche per questo oggi in aula si è presentato Beniamino Ginatempo, colui che terrà le redini di questa nuova società che dal 1 luglio dovrebbe raccogliere l’eredità di Messinambiente e Ato3. Un condizionale che si fa sempre più obbligatorio man mano che i giorni passano perché il tempo a disposizione si assottiglia sempre di più e questa fase di stallo non consente di andare in nessuna direzione. Tra l’altro continua a pesare e spaventare la situazione di Messinambiente: entro dopodomani il Comune dovrebbe mettere nero su bianco gli atti necessari per rendere concreto il piano concordatario da presentare al giudice Giuseppe Minutoli. La scadenza è fissata per il 3 maggio. E anche se l’assessore Daniele Ialacqua ha chiaramente ribadito anche oggi in aula che quasi sicuramente ci saranno altri 60 giorni di tempo prima di avere un qualsiasi responso da parte del Tribunale, dunque si arriverebbe a luglio e in quella data tutto dovrebbe già essere nelle mani della MessinaServizi. Questa almeno resta la speranza dell’assessore all’Ambiente.
Della seduta di oggi pomeriggio resta però ben poco. L’aula non è riuscita a votare neanche il primo dei dodici emendamenti presentati alla delibera perché al momento dell’appello nominale erano rimasti solo in 14: Amata, Barrile, Caccamo, Cardile, Crisafi, Faranda, Fenech, Gennaro, Russo, Pagano, Perrone, Risitano, Rella, Russo, Scuderi.
A rallentare e alla fine bloccare dei lavori che fin dal principio non si riusciva a far decollare, una serie di perplessità sollevate in primis dal consigliere Gaetano Gennaro sull’impostazione della delibera, considerata troppo articolata ed errata in qualche punto. Pippo Trischitta ha messo in luce che questo atto non è stato sottoscritto dall’attuale dirigente Natale Castronovo, la collega Elvira Amata ha poi tirato fuori una nota dello stesso Castronovo che già nei mesi scorsi metteva nero su bianco una serie di dubbi sulla delibera, ribaditi anche nell’ultima nota di oggi con cui ha espresso il parere sugli emendamenti presentati dai consiglieri. Insomma, cavilli tecnici e procedurali che continuano a tenere questa MessinaServizi nel limbo. Eppure il lavoro su questi atti va avanti ormai da mesi. Le delibere sono state fatte e rifatte dalla giunta per ben tre volte, a dicembre sono state partorite le due finali che sono approdate in consiglio. La costituzione della società ha avuto una sorte meno dolorosa. Adesso l’affidamento sembra camminare su una strada piena di ostacoli, nonostante a dettare la linea sia sempre il famoso Piano Aro che lo stesso consiglio ha approvato un anno fa. Secondo quell’atto, e dunque anche questo affidamento, alla società viene affidata la gestione dei servizi di igiene ambientale: dallo spazzamento alla pulizia di cimiteri, fiere, mercati, spiagge, torrenti, discariche abusive, raccolta differenziata e porta a porta, gestione dei centri di raccolta, cioè tutto ciò di cui finora si è occupata Messinambiente. A questi si aggiungono anche disinfezione, disinfestazione e derattizzazione, manutenzione del verde, bonifica di terreni, promozione e sensibilizzazione sui temi della gestione rifiuti, prevenzione e repressione dei comportamenti contrari all’igiene urbana. Nel lungo elenco c’è anche la gestione degli impianti per il trattamento e valorizzazione dei rifiuti e della raccolta differenziata. Ma di questo neanche si è discusso ancora. Oggi il numero legale è caduto sul primo emendamento. A questo punto se ne riparlerà alla prossima seduta utile. Forse.
Francesca Stornante