Ora è ufficiale: l’area ex Triscele non è più industriale, ma residenziale. Non ci sarà più alcuna attività produttiva, ma solo case.
E' stato pubblicato sull'odierna Gazzetta ufficiale regionale il decreto del 18 dicembre scorso, con il quale il dirigente generale del dipartimento regionale dell’urbanistica rettifica il decreto del 2 settembre 2002, concernente l'approvazione del piano regolatore generale del comune di Messina, in esecuzione della sentenza del Tar Sicilia, sezione di Catania, n. 971/2009.
La rettifica del Prg avviene a seguito di quanto disposto ed in conformità al voto reso dal Consiglio regionale dell’urbanistica il 28 novembre 2012 ed alle prescrizioni dettate dalla Soprintendenza di Messina.
La sentenza, sul ricorso proposto già dall’Heineken nel 2002, assegna all’area individuata la destinazione urbanistica di zona B4c, cioè zona di completamento in cui è possibile costruire palazzine fino a cinque piani.
Si chiude così la vicenda relativa al cambio di destinazione d’uso dell’area ex Triscele. Per l’azienda non esiste ancora alcun piano industriale, come invece era stato promesso, e il futuro è sempre più nero. In “compenso”, al posto della Triscele, vedremo sorgere altre palazzine.
“I lavoratori avevano pressato il Consiglio per l’approvazione immediata del cambio di destinazione d’uso – afferma il presidente della commissione urbanistica, Domenico Guerrera –. Il Consiglio ha approvato la delibera ma non ha scelto di farlo, ha dovuto farlo. Era una presa d’atto della sentenza del Tar, non si poteva fare diversamente. Poi alle promesse degli imprenditori non sono seguiti i fatti”.
E adesso non si può più tornare indietro, il cambio di destinazione d’uso è fatto: “L’unico a intervenire potrebbe essere il presidente Crocetta – prosegue Guerrera – con un vincolo di edificabilità su un’area da considerare di pregio architettonico, un monumento all’attività industriale. Ma sinceramente anche questa strada mi sembra poco percorribile, seguiterebbero ricorsi e si avrebbero solo danni erariali”.
A partire dal 1 gennaio 2013, i 41 lavoratori sono in mobilità, un sussidio che durerà dai due ai quattro anni, a seconda dell’età. Hanno già incontrato il presidente della Regione, il prefetto e la deputazione messinese con in testa Francantonio Genovese, ma finora non si è trovata alcuna soluzione. L’unica appare quella di trovare un nuovo gruppo di imprenditori che possa investire sulle capacità e l’esperienza di 41 lavoratori che hanno fatto la storia della birra in città. Una storia che, viceversa, è destinata a volgere tristemente al termine.
(Marco Ipsale)