A fine mese si terrà la marcia degli 8 mila della Formazione. Nei giorni scorsi l'Ial ha licenziato 500 lavoratori che vanno ad aggiungersi agli altri 300 gia' in strada da tempo. In molti casi gli operatori degli Enti non hanno alcun ammortizzatore sociale anche perché l’Inps non paga cassa integrazione dal momento che la Regione sul piano dei contributi è stata insolvente. Conti alla mano sono circa 4 mila le vittime piu' recenti finite sotto le macerie del crollo del sistema. Ed il progetto Prometeo, presentato dalla Regione come la panacea di tutti i mali, è stato stoppato dal Cga. L'operazione salvataggio del Ciapi di Priolo, infatti, nel quale sono stati convogliati tutti i lavoratori degli Enti man mano che chiudevano battenti, vuoi per le inchieste vuoi perché non hanno piu’ ottenuto accreditamento, si è rivelata un flop, perché è stato come voler mettere in un solo carico di lavatrice la biancheria di tre alberghi.
Prima che intervenisse il Cga era già chiaro che pensare di impiegare oltre duemila persone senza avere le strutture era impensabile ed infatti non sono stati avviati neanche 100 corsi e solo 500 operatori sono riusciti ad essere utilizzati. Da leggere fino in fondo la denuncia del sindacalista Marcello Sacco, in un altro articolo in homepage.
La verità è che la Regione non è riuscita ad evitare quella che si chiama macelleria sociale. Questo è un argomento che spesso dimentichiamo, perché i lavoratori della Formazione hanno un peccato originale: sono considerati agli occhi dell’opinione pubblica e di noi stessi giornalisti figli di quel sistema. Per dirla in parole povere agli occhi dell' opinione pubblica questi operatori e quelli delle Coop sono considerati una sorta di privilegiati perché hanno trovato un lavoro grazie ad un politico. Ed in effetti è così. Nessuno può negare che non ci sia stato un solo concorso per entrare in uno di questi Enti, ma in questo momento sotto le macerie di un sistema degenerato ci sono solo le vittime: i lavoratori (quelli veri) e i corsisti. Il governo non è riuscito a salvare questa parte, al di là delle parole, affidando nei due anni di fuoco incrociato la delega ad una giovane studentessa universitaria, Nelli Scilabra, ed alle periodiche visite in procura del governatore. Morale della favola, mentre gli Enti malati hanno chiuso battenti, vuoi per le inchieste vuoi perché non sono stati accreditati con gli avvisi 20, a pagare sono stati i dipendenti. Quanto ai corsisti, quelli del passato denunciano casi di attestati mai ricevuti, esami non sostenuti e rimborsi mai presi, quelli attuali hanno perso le speranze perché nel migliore dei casi è tutto congelato.
Di queste ferite aperte della formazione ne parliamo poco sempre per quel “peccato originale” che sta tutto in un abbraccio, quello avvenuto sul finire degli anni '90 con la politica. Quello che sembro' a tutti un inizio era l' inizio della fine. Penso che i lavoratori della formazione nella sua forma “perversa” siano gemelli diversi dei colleghi della cooperazione nella sua forma “perversa”. Tutti questi lavoratori stanno per essere uccisi dalla stessa politica che li ha creati. La genesi della Formazione, con la legge 24 del '76 aveva ben altri presupposti, così come la genesi del sistema delle Coop. Dai dati della Commissione d' inchiesta dell'Ars sulla formazione si scopre che il 60 % dei 10 mila operatori è stato assunto tra il 2000 ed il 2008 con picchi massimi nei periodi pre-elettorali. In Sicilia abbiamo il triplo dei lavoratori del settore rispetto alla Lombardia , abbiamo quattro volte il numero dei loro enti, eppure abbiamo solo un terzo dei corsi e solo 1 giovane su 9 poi trova lavoro. A un certo punto l'obiettivo non e' piu' stato quello di creare un posto di lavoro ma di creare uno stipendio e un voto, anzi tutti quei voti collegati a quel posto. Il fine ultimo non era il futuro dei ragazzi, il servizio sociale delle coop o lo sviluppo o la qualità della vita. No il fine ultimo è diventato il consenso elettorale e la creazione di una schiavitù per il proprio bacino di voti. L' abbraccio della politica in quel momento è apparso a centinaia persone la strada per la sicurezza ma lentamente si sta tramutando nel baratro. Quella stessa politica che ha fatto intravedere un tesoro li ha poi fatti entrare in un tunnel oltre il quale adesso c’è il muro e la fine. Li ha messi in una gabbia. E’ stato un abbraccio mortale e la prova è che neanche Crocetta ha potuto dare risposte quando il castello di sabbia è crollato. Quell'abbraccio ha tessuto una tela fittissima, anche con la complicità di quella parte del sindacato e della burocrazia che si è seduta allo stesso tavolo. Erano gli anni dei fiumi di milioni di euro per la Formazione, gli anni d' oro per le cooperative. Ma se non crei sviluppo prima o poi la macchina s' inceppa. Se crei solo una gabbia nella quale leghi il tuo elettorato al bisogno, ad una precarietà infinita, prima o poi restano solo macerie.
Stiamo assistendo alla fine di un'era ed è una fine sanguinosa e dolorosa, perché sta scatenando una guerra tra soldati. La situazione nelle Coop messinesi è vergognosa. Il sistema della coperta corta, una gestione improbabile, bandi di gara a cifre impensabili e vinti con ribassi ai limiti dell'offesa alla dignità umana sono solo testimonianze di un sistema che si sgretola. Stessa immagine per la formazione, con una guerra tra enti tra virgolette buoni ed enti cattivi, operatori figli del clientelismo ed operatori che si sono spaccati la schiena per tutti. Fin quando i tempi erano d' oro tutti erano pronti a fingere di non vedere le piccole o grandi vergogne. Adesso la guerra rende uguali tutte le miserie e la politica che prima ha messo le catene a migliaia di persone trasformando il diritto al lavoro in regalo ora si prepara a scappare e non riesce più a mettere le toppe. Non può più promettere nulla. Il gioco è stato svelato. Lo stesso Crocetta che aveva annunciato di voler trovare le soluzioni non c'è riuscito. E tutti questi figli del l'abbraccio, che agli occhi dell' opinione pubblica sono colpevoli del peccato originario, di essere entrati nel circuito grazie alla politica, oggi li guardiamo con distacco e nessuno alza barricate, perché la mela offerta da Eva loro l' hanno mangiata. Ecco la stessa politica che li ha illusi per 20 anni, beffato, adesso li sta & uccidendo.
La stessa politica che ha creato un castello di sabbia, un recinto per il proprio pascolo personale oggi li sta lasciando al loro destino. Preparandosi magari ad il prossimo abbraccio mortale. Perché noi siciliani siamo così, confondiamo il diritto al lavoro e al servizio con il favore e la dignità con il quieto vivere.
Rosaria Brancato