Prefettura e Protezione civile contro l’Amministrazione Accorinti

L’amministrazione Accorinti finisce nel mirino di Prefettura e Protezione Civile Regionale per il modo in cui ha gestito, o meglio non ha gestito, l’ultimo sbarco dei migranti. Il giorno di Santo Stefano, al Molo Colapesce, dove ha attraccato la Nave Etna della Marina Militare, con a bordo 886 persone, non si è presentato alcun rappresentante del Comune, scatenando immediatamente le ire del prefetto Stefano Trotta, che anche in questa occasione ha voluto esprimere in maniera diretta tutto il suo disappunto nei confronti degli amministratori di Palazzo Zanca.

«L’eccezionalità dell’evento, atteso il numero elevato di profughi sbarcati, avrebbe richiesto un supporto maggiore anche da parte del Comune di Messina e del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, al fine di garantire una più ottimale e celere assistenza allo sbarco. I predetti Enti, tuttavia, anche se allertati già nella serata di ieri, 25 dicembre, hanno ritenuto di non dover assicurare la piena collaborazione richiesta dalla Prefettura». Così si legge testualmente in un passaggio del comunicato diramato dalla prefettura al termine delle operazioni di sbarco avvenute venerdì pomeriggio.

In quel comunicato la Prefettura prendeva di mira non solo Palazzo Zanca ma anche la Protezione Civile, dalla quale oggi arrivano alcune precisazioni rispetto alle dichiarazioni di Trotta ma anche un nuovo ed inaspettato attacco all’amministrazione guidata dal sindaco Renato Accorinti.

La Protezione civile spiega di essersi immediatamente messa in moto una volta appreso dello sbarco, avviando «i contatti con l’amministrazione locale e le organizzazioni di volontariato di protezione civile». Tuttavia nel comunicato aggiunge: «se ieri l’amministrazione comunale (irrintracciabile nei suoi vertici istituzionali sia da parte del dirigente del Servizio sia dalla Sala Operativa Regionale) non ha garantito il necessario supporto, è evidente che esiste un problema che non può ascriversi alla sfera di competenze della protezione civile regionale e soprattutto non trasferisce ad essa le responsabilità». In altre parole, la Protezione Civile fa capire di aver provato a contattare i vertici del Comune ma erano tutti irreperibili.

Per quanto concerne gli interventi di soccorso ai migranti, la Protezione civile ci tiene inoltre a precisare che questi «sono gestiti sotto il coordinamento delle Prefetture» e non si tratta «né interventi in emergenza né interventi a costo zero. Se ieri la CRI è intervenuta lo si deve anche all'esistenza di un protocollo di intesa che le attribuisce sia responsabilità sia risorse economiche, poiché ogni intervento umanitario, comunque, prevede spese che devono in qualche modo essere riconosciute, e per quanto ci riguarda non esistono volontari di serie A e volontari di serie B ».

Nel comunicato, la Protezione Civile – chiamata in causa dalla Prefettura- ricorda ancora di non avere una competenza diretta né «sotto il profilo dell'assistenza sanitaria», affidata alle strutture preposte , né «sotto il profilo logistico», di cui deve occuparsi «l'amministrazione locale che vi provvede tramite le strutture di volontariato presenti sul territorio».

«Nonostante tutto – continua il documento – le associazioni della Misericordia hanno garantito il proprio supporto così come è stata garantita la presenza di un funzionario della protezione civile regionale ed attivata un'associazione per garantire il supporto con un gruppo elettrogeno richiesto dalla Prefettura (non intervenuta per cessate esigenze). Anche la Consulta delle Associazioni di volontariato, con la quale il Servizio di Messina ha mantenuto i contatti, aveva sul posto referenti per verificare le necessità di supporto logistico».

«Come sempre – si legge ancora nel comunicato – in ogni situazione emergenziale il Servizio Regionale di Protezione Civile ha assicurato, assicura e continuerà ad assicurare, senza platealità, la propria presenza ed il proprio supporto per dovere morale e istituzionale con lo spirito di collaborazione che contraddistingue le relazioni con la Prefettura e gli altri Enti».

Il documento si conclude con un monito : «è fuor di dubbio che alcuni aspetti relativi alla vicenda migranti necessitino di opportuni approfondimenti». E come non condividere quanto scritto dalla Protezione Civile. Sulla gestione dei migranti continua a consumarsi la guerra a distanza tra Comune e Prefettura, con il prefetto Trotta che rimbrotta di continuo il sindaco Accorinti e quest’ultimo che fa finta di non sentire e di non vedere. Prima a fare da parafulmini ci pensava l’esperta di Palazzo Zanca, Clelia Marano, che ha tolto tante castagne dal fuoco all’amministrazione ma quando ha osato criticare l’immobilismo della macchina comunale sulla questione dei minori mgranti le hanno voltato tutti le spalle, Accorinti compreso, che non ha trovato di meglio da fare che sbandierare la circolare Morcone per scaricarsi di dosso ogni responsabilità sui misna. La Marano ha consegnato le dimissioni, che nessuno ha respinto, ed i rapporti già tesi tra Prefettura e Comune si sono sempre più incrinati, con liti sfociate anche in altri settori, vedi il caso del trasporto allo stadio dei tifosi delle squadre avversarie dell’Acr Messina.

Tornando al caso migranti, un aspetto non secondario è che in questo momento – dopo le dimissioni dell’ex assessore Filippo Cucinotta e nelle more della nomina del suo successore – la delega alle politiche delle migrazioni, così come quella alla Protezione civile, è in mano ad Accorinti. In occasione del maxi sbarco al Molo Colapesce, il sindaco però non si è visto né ha sentito il bisogno di speigare perchè non ci fosse o non ha mandato alcun rappresentante di Palazzo Zanca. Una assenza ed un silenzio che inquietano.

Danila La Torre