Futuro dei rifiuti a Messina, gestione pubblica o privatizzazione, MessinaServizi, legge Madia e caso Latina, crisi regionale ed esperienze a confronto. Tanta carne al fuoco al convegno organizzato dalle segreterie messinesi di Fp Cgil e Uiltrasporti, di concerto con le segreterie confederali Cgil e Uil, e dedicato proprio al vastissimo e sempre attuale tema dei rifiuti.
Già nel titolo tutto il senso dell’iniziativa: “Valore della gestione pubblica del ciclo dei rifiuti, Messina una scelta strategica”. Due ore di confronto tra mondo sindacale, esperti di settore e professionisti per effettuare un’analisi, a 360 gradi su tutte le problematiche che interessano il settore, sia nell’ottica della riforma del settore di cui si sta discutendo a livello regionale, sia nell’ottica del futuro della Messina Servizi Bene Comune (MSBC), relativamente all’applicabilità al “caso Messina” del decreto Madia, dopo il fallimento di Messinambiente.
A prendere parte all’iniziativa, anche i segretari confederali di CGIL e UIL, Giovanni Mastroeni e Ivan Tripodi, i segretari regionali, Alfio Mannino (CGIL) e Claudio Barone (UIL); il docente dell’Università di Messina, Letterio Donato; il dirigente della SRR Ato7 Ragusa Fabio Ferreri, il presidente della MSBC Giuseppe Lombardo.
Ad aprire i lavori il segretario della Fp Cgil, Francesco Fucile, che ha innanzitutto messo in evidenza la necessità di porre in essere «scelte strategiche per il futuro della città da parte dell’Amministrazione, rimanendo convinti che la gestione pubblica del servizio rappresenti un valore aggiunto in termini di trasparenza e di qualità del servizio. «L’obiettivo di questa giornata – ha evidenziato Fucile – è cercare di fare un focus su quale importanza possa avere la gestione pubblica dell’intero servizio rifiuti e di come si possano affrontare, per il particolare caso Messina, gli effetti del fallimento della società Messinambiente. Dalle disposizioni del Decreto Madia, il parere della Sezione consultiva della Corte dei Conti della Sicilia e le recenti decisioni del Consiglio di Stato con la sentenza 5444 del 2019 in merito a scelte alternative alla privatizzazione del servizio.
Cioè la creazione di un’Azienda speciale per la gestione dei rifiuti come avvenuto nel Comune di Latina, che potrebbe consentire di oltrepassare i vincoli della Madia. Una società in house non opera con lo scopo di distribuire profitti tra i soci, perché l’obiettivo primario rimane quello di garantire un servizio alla cittadinanza nel miglior rapporto qualità/prezzo. Di fronte a questi, e molti altri motivi, restiamo certi e convinti del fatto che la strada del pubblico sia l’unica da poter percorrere nella gestione dei rifiuti e come organizzazione sindacale faremo il possibile per difendere il tortuoso percorso che ha portato alla nascita della MSBC».
Un percorso complesso che ha analizzato in tutti i suoi step, il segretario generale della UIL Trasporti Michele Barresi: «Abbiamo deciso di organizzare questo appuntamento – ha esordito Barresi – a distanza di un anno e due giorni dal fallimento di Messinambiente, che ha poi lasciato spazio alla MSBC. Sono stati mesi molto complicati, ma ci preme prima di tutto sottolineare che parliamo di una società che non è stata voluta solo per la tutela di 500 posti di lavoro, ma soprattutto per garantire la continuità di un servizio pubblico. Nel 2019 la Messina Servizi ha già investito 6 milioni di euro per mezzi a noleggi e materiali necessari all’avvio della raccolta differenziata, è ormai prossima l’assunzione di 100 nuovi operatori a tempo determinato e forse altri 100 nel prossimo biennio per rendere realmente capillare la raccolta differenziata.
Tutto questo per dire che la MSBC è uno strumento di questa città che riteniamo sia necessario fare il possibile per tutelare. Parliamo di una società che ha un fatturato da 32 milioni di euro, che ha in programma investimenti futuri e che oggi, nonostante la differenziata sia partita solo su un quarto del territorio, è la Città Metropolitana della Sicilia che ha il più alto livello di differenziata con il 23,7%.
Oggi siamo qui perché siamo convinti che si possa immaginare una terza via, quella della costituzione di un’azienda speciale, su cui ovviamente effettuare i necessari e gli opportuni riferimenti, in modo che la gestione del servizio possa restare pubblica. Abbiamo detto al Presidente del consiglio Comunale, Claudio Cardile, che gli consegneremo le risultanze dei lavori di questa giornata, in modo che se ne possa discutere in occasione di un consiglio comunale aperto, perché MSBC è un’opportunità per la città».
Di questa “terza via” ha parlato l’avvocato e docente della facoltà di Giurisprudenza di Messina, Letterio Donato. Ha delineato il quadro giuridico e normativo della legge Madia e della sentenza del Consiglio di Stato per il comune di Latina. Ha spiegato le differenze tra società pubblica e azienda speciale. Un approfondimento tecnico sull’effettiva possibilità di attuare sul territorio di Messina quanto effettuato a Latina, ovvero la creazione di un’azienda speciale, all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, la n°5444 del 2019, che ha permesso di rimescolare le carte rispetto all’ “obbligo” di non poter più costituire una società pubblica per via degli effetti della Madia. E ha lanciato soprattutto una serie di input importanti al consiglio comunale.
Per il segretario generale della CGIL, Giovanni Mastroeni «Occorre effettuare una riflessione a 360 gradi ed in questo scenario si colloca la vicenda messinese: abbiamo sempre detto senza se e senza ma e lo ribadiamo ancora una volta, che la gestione dei rifiuti deve rimanere pubblica, anche perché i recenti riferimenti giurisprudenziali dimostrano che esiste tale possibilità. La CGIL non permetterà che si effettui uno “spezzatino” del servizio, anche perché non si possono perdere posti di lavoro».
Ad inframezzare le posizioni dei diversi rappresentanti sindacali, la testimonianza del dirigente della SRR ATO7 Ragusa, Fabio Ferreri, portavoce di un’esperienza in cui si sono alternati pubblico e privato e che vede nella forte capacità di controllo, trasparenza e corretto esercizio del ruolo delle Amministrazioni committenti il valore aggiunto e l’intervento del presidente della MSBC, Giuseppe Lombardo secondo cui «più che continuare ad incentrare il dibattito sul solito dualismo pubblico sì, pubblico no, privato sì, privato no, dobbiamo chiederci: servizio efficiente sì, servizio efficiente no? E nel dire questo ricordo che finora la MSBC è stata gestita non certamente come una società destinata a finire, ma come se fosse una società viva, sebbene nel programma di questa amministrazione sia sempre stato scritto a chiare lettere privatizzazione dei rifiuti».
Per il segretario della UIL, Ivan Tripodi, intervenuto subito dopo le parole di Lombardo «proprio perché condividiamo quel principio di efficienza di cui parla il presidente della Messina Servizi, non possiamo non sottolineare come la MSBC possa rappresentare un valore aggiunto, società in cui i lavoratori, con grande forza e spirito di sacrificio, si sono fatti carico del peso di dover avviare, cosa assolutamente importante, la raccolta differenziata, raggiungendo ottimi risultati, ecco perché bisogna salvare il lavoro svolto finora».
A chiudere il dibattito, i Segretari regionali. Per Alfio Mannino (CGIL Sicilia) «quello dei rifiuti è il settore che, molto più di altri, segna il disastro della nostra regione. Un settore che impatta sia sui lavoratori, sia sui cittadini, che un costo eccessivo rispetto al resto del paese. Abbiamo il dovere di intervenire con forza e coraggio, ma dobbiamo coinvolgere tutti. E’ vero che sia debba puntare ad un servizio efficiente, ma nel nostro territorio abbiamo tanti esempi di come il privato abbia fallito».
Per Claudio Barone (UIL Sicilia), con riferimento ai risultati raggiunti dalla MSBC «squadra che vince non si cambia. Ed ecco perché siamo convinti che a Messina la gestione del servizio debba continuare a restare pubblica, anche perché, diversamente, l’Amministrazione dovrebbe entrare nel merito di tante cose, partendo con lo spiegare come penserebbe di gestire gli eventuali esuberi di personale che potrebbero determinarsi dalla privatizzazione del servizio».