Nei giorni scorsi il Consiglio comunale non era stato molto docile nei confronti del neo commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci. Una raffica di polemiche si erano abbattute su Ciacci, prima per la sua reiterata assenza in Commissione Bilancio, poi per una serie di atti che alcuni consiglieri avevano richiesto senza però ottenere risultati. I riflettori su Messinambiente sono rimasti accesi anche per le nomine dei nuovi consulenti di cui però non si hanno ancora dettagli e per i soliti problemi legati alla gestione dei rifiuti, in testa la piattaforma di Pace in questo momento adibita ad una sorta di discarica temporanea. Tantissime dunque le polemiche che hanno visto al centro del dibattito in particolare il liquidatore Ciacci.
A spezzare una lancia in suo favore per provare a riportare anche un po’ di sereno nei rapporti tesi con il Consiglio è il consigliere dei Dr Carlo Abbate. "Con la nomina del neo commissario liquidatore di Messinambiente, Alessio Ciacci, - ha dichiarato il Consigliere comunale del gruppo dei Democratici Riformisti - l’amministrazione ha fatto un primo passo importante. Ciacci sin da subito ha manifestato la volontà di seguire con metodi manageriali una società che si è sempre contraddistinta per inefficienza, capace solo di accumulare debiti e contenziosi, in quanto mai gestita come una vera azienda, ma da sempre monopolizzata da una politica irresponsabile e inadeguata. Un’azienda che non ha mai avuto mezzi per la raccolta differenziata, priva di strumenti ed arnesi, con cassonetti da rottamare, con 130 scariche abusive non controllate, con isole pedonali ecologiche improvvisate e con una elevata evasione fiscale sempre in balìa di nuove emergenze da affrontare, che con il passare del tempo si sono trasformate in una vera crisi sistemica del settore. Anche L’ATO, nata con il compito di ottimizzare i servizi e la spesa del settore secondo criteri di efficacia efficienza ed economicità, è stata fonte di delusione, rivelandosi solo un “carrozzone politico”, accumulando debiti e contenziosi infiniti” scrive Abbate che non dimentica anche l’Ato3.
Per il consigliere occorre adottare provvedimenti importanti, fare tesoro degli errori commessi in passato e ricominciare ad amministrare attraverso una politica seria e competente. Ma c’è una richiesta precisa per Ciacci: fare chiarezza sui motivi che hanno causato tali disservizi e soprattutto quali sono le linee guida che intende seguire per restituire igiene e decoro alla città.
Ai colleghi consiglieri chiede invece di mettere da parte l’ascia d guerra e tornar a chiedere un confronto diretto con Ciacci, il quale ha il dovere di mettere il Consiglio al corrente dei vecchi errori gestionali che hanno portato Messinambiente al disastro. “Solo attraverso una conoscenza approfondita della situazione gestionale del passato, possiamo guardare al futuro e ripartire verso una nuova e trasparente gestione. Non vogliamo, così come spesso e con leggerezza è stato fatto in passato, puntare il dito e sollevare problematiche, ma mettere in atto quella tanto decantata e più volte programmata dal sindaco Accorinti, “Operazione verità”. Siamo stanchi dei soliti slogan e delle solite urla, è arrivato il momento di dare una svolta e di trovare il coraggio necessario a fermare il lento ed inesorabile declino della città”.