Dalla liquidazione di Messinambiente alla nuova MessinaServizi: ancora tante ombre

Gestione rifiuti tra presente e futuro. Nel presente c’è ancora Messinambiente, una società da liquidare e che continua ad occuparsi dei servizi ambientali tra mille difficoltà. Nel futuro, un futuro da scrivere entro la fine dell’anno, c’è la MessinaServizi Bene Comune, la nuova società che l’amministrazione Accorinti ha deciso di creare per dare un nuovo corso al delicato e complicato settore rifiuti. Nel mezzo ci sono procedure da avviare, confronti con i sindacati, discussioni con il consiglio comunale che avrà l’ultima parola su tutta l’operazione. Ieri il segretario generale Antonio Le Donne ha scritto un nota al commissario di Messinambiente Giovanni Calabrò che di fatto indica il percorso da intraprendere immediatamente per dare seguito alla delibera esitata dalla giunta comunale per la creazione della nuova società. Una nota che impone di avviare formalmente la fase attuativa del procedimento liquidatorio, dunque un primo passo verso l’addio definitivo a Messinambiente. «Si chiede di avviare le interlocuzioni necessarie per realizzare entro il 31 dicembre 2016 le procedure formali di avio della liquidazione aziendale, individuando, ove strettamente necessario le indispensabili consulenze» scrive il segretario Le Donne, chiedendo di comunicare una proposta tecnica di avvio del procedimento per consentire di convocare un’apposita riunione. Quindi un primo tassello verso la chiusura della società che da 18 anni gestisce i rifiuti cittadini per iniziare contestualmente, su un altro fronte, il lavoro per la costituzione della nuova società che raccoglierà l’eredità di Messinambiente ma anche di Ato3. Calabrò non si è fatto trovare impreparato e ha immediatamente risposto al segretario generale di Palazzo Zanca, ponendo l’attenzione su quello che ritiene un nodo saliente da sciogliere prima di procedere con qualsiasi tipo di valutazione o azione: la storica transazione tra Messinambiente e Ato3. Un anno fa era stata siglata e approvata la bozza di transazione tra le due società figlie di Palazzo Zanca che per anni si erano fatte la guerra, ma oggi sembrano essere tornati a soffiare venti di burrasca ed è il liquidatore Calabrò a richiamare il famoso accordo transattivo e a porlo come conditio sine qua non per avviare davvero qualsiasi tipo di procedura liquidatoria della società. In ballo anche il pignoramento da 6 milioni di euro che Messinambiente aveva fatto scattare su Ato3 nel settembre 2014. Una serie di ostacoli che secondo Calabrò devono essere discussi e risolti prima di poter iniziare a lavorare sulla liquidazione di Messinambiente, su cui pesa tra l’altro l’altro maxi pignoramento, quello spiccato dall’Agenzia delle Entrate che ammonta a quasi 30 milioni di euro. Per Calabrò chiudere le partite con Ato3 potrebbe rendere la vita di Messinambiente più semplice, almeno in questa fase. Dunque adesso si attendono nuovi sviluppi e soprattutto gli esiti dei necessari confronti che dovranno essere avviati adesso.

A proposito di confronti, ieri per la prima volta sono stati interpellati i sindacati sull’operazione MessinaServizi Bene Comune. Un faccia a faccia che ha riunito il segretario Le Donne, l’assessore Daniele Ialacqua e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil che nei gorni scorsi avevano duramente contestato il silenzio in cui l’amministrazione aveva partorito la corposa delibera di creare della nuova società, senza prima concordare e condividere il percorso con le organizzazioni sindacali.

Durante l’incontro la fp Cgil ha manifestato fortissimi dubbi sulla mobilità dei lavoratori da Messinambiente e Ato3 verso la nuova MessinaServizi, trovando la risposta di Le Donne che ha spiegato che sarà chiesto un parere a un esperto in diritto societario per dipanare tutti i dubbi sulle operazioni che dovranno portare i quasi 600 lavoratori di Ato3 e Messinambiente nella nuova società. “Abbiamo chiesto la garanzia di tutti i livelli occupazionali” ha spiegato la segretaria Clara Crocè, assicurando che il sindacato continuerà a monitorare ogni passaggio di questo delicatissimo percorso.

Critica la Fit Cisl: “A tre mesi dall’avvio della nuova società che si occuperà del ciclo dei rifiuti a Messina, l’Amministrazione non ha risposto a nessuna delle domande poste” hanno commentato i segretari messinesi della Federazione Trasporti della Cisl, Manuela Mistretta, Rosaria Perrone e Letterio D’Amico subito dopo l’incontro convocato dall’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua per discutere del post-Messinambiente.

«A scanso di equivoci – premettono i segretari – confermiamo l’assoluta necessità di aprire un nuovo capitolo per il settore quindi bene ha fatto l’amministrazione a ricominciare da zero con una nuova società, mentre molto meno positive sono le modalità con la quale il nuovo soggetto sta partendo. Spiace notare, per esempio – aggiungono – che dal punto di vista operativo non c’è ancora nulla di concreto sul tavolo. Se sembra che nessun problema ci sia per il passaggio alla nuova società MessinaServizi Bene Comune dei lavoratori ex Messinambiente ed Ato3, al momento l’amministrazione però non è in grado di garantire le anzianità di servizio, il cosiddetto “corredo”».

«Anche sulla dotazione dei mezzi – continuano Mistretta e D’Amico – la confusione è tanta. Nel piano Aro si parla di un investimento di otto milioni di euro, ma sui tempi non solo non c’è certezza, ma l’amministrazione sembra intenzionata addirittura ad effettuare un noleggio trimestrale degli stessi vetusti mezzi di Messinambiente. Il problema è che tutte le assicurazioni ed i contratti coi fornitori scadranno il 31 dicembre, con la cessazione del contratto di servizio e della stessa Messinambiente. Chi farà le gare? Chi individuerà il broker? E nel frattempo come si andrà avanti?».

Anche dal punto di vista organizzativo, per la Fit Cisl, le ombre sembrano più delle luci. «I contratti di affitto dei locali di via Dogali cesseranno al 31 dicembre – spiegano i segretari – e l’ipotesi prospettata dall’amministrazione, e cioè di trasferire tutti gli uffici nelle palazzine dello stadio san Filippo, presenta parecchi disagi per utenti e lavoratori».

Buio fitto anche per quanto riguarda i vertici societari. “Ci è stato riferito – annotano Mistretta, Perrone e D’Amico – che l’amministrazione sta vagliando professionalità con esperienza nel settore, ma niente di più: né un nome, né un curriculum, solo buone intenzioni».

La Fit Cisl aveva appreso con soddisfazione l’intenzione di ripartire da zero e di creare le basi per una società sana ma da questo primo confronto, il timore è che si stia ricadendo negli stessi problemi che hanno affossato Messinambiente e tutta la città.

Francesca Stornante