A Palazzo Zanca si programmano progetti e strategie per la gestione rifiuti, alla luce di scadenze e stato di salute di Messinambiente e Ato3. In ballo il futuro dei 53 dipendenti Ato che con la mobilità interna potrebbero transitare anche nella società di via Dogali. Sindacati confederali critici sull'inerzia dell'amministrazione chiedono un confronto immediato.
Messinambiente e Ato3, le due società che si occupano dei rifiuti cittadini, due società che dopo anni di contrasti stanno timidamente provando a far pace sotto la regia dell’amministrazione comunale e legate sotto aspetti da quel filo che le vede camminare ancora su due binari diversi ma paralleli. Una formalmente in liquidazione ma amministrata da Alessio Ciacci, un commissario pescato a Capannori che dall’inizio ha sempre operato più per risollevare l’azienda piuttosto che per condurla alla sua fine, l’altra che continua a vivere a suon di proroghe regionali perché il famoso sistema Srr che doveva sostituire i “carrozzoni” Ato non riesce ancora a decollare. In questa fase i progetti in ballo che riguardano la gestione rifiuti sono tanti, in primis la raccolta porta a porta e l’avvio dell’impianto di selezione e valorizzazione delle frazioni secche dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata realizzato a Pace dall’Ato3. Ci sono però anche delle scadenze che rischiano di mettere in discussione le buone intenzioni dell’amministrazione, soprattutto quella ormai sempre più vicina del 31 marzo che sancirebbe la fine di Messinambiente per la scadenza dell’ultima possibilità di affidamento diretto dei servizi alla società. L’assessore Ialacqua però ha già attivato un canale diretto con la Regione per capire come muoversi, considerato che non ci sono i tempi per trovare altre soluzioni, e pare che si potrà andare avanti per almeno altri tre mesi. Nel frattempo si cercherà di velocizzare la messa in attività dell’impianto che sempre l’assessore all’Ambiente conta di poter affidare direttamente a Messinambiente attraverso un’ordinanza regionale che ricalca il modello di quelle emanante sino ad oggi dal Presidente Rosario Crocetta per l’emergenza rifiuti siciliana.
In ballo però ci sono naturalmente anche i lavoratori. 549 sono i dipendenti di Messinambiente, 53 quelli dell’Ato3 che attendono ancora di sapere in quali società partecipate transiteranno attraverso quella mobilità interna che a inizio anno ha portato gli ex Feluca all’Amam. E se all’inizio sembrava essere impossibile la destinazione Messinambiente, soprattutto per quel surplus di personale sempre dichiarato da Ciacci, adesso questa strada sembra essere quella più facilmente percorribile per dare una sistemazione ad una trentina di lavoratori dell’Ato3, mentre il resto dovrebbe andare all’Amam. A Palazzo Zanca continuano gli incontri per discutere questa spinosa vicenda, soprattutto per analizzare tutti gli aspetti sia tecnici che giuridici per evitare di incappare in errori o peggio in operazioni illegittime, visto lo status delle società in questione.
Intanto ieri si sono riuniti Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, insieme ai dirigenti sindacali di Messinambiente, per decidere le iniziative da intraprendere contro l'inerzia dell'amministrazione comunale nella gestione della vertenza Messinambiente. “Dopo la riunione dello scorso 4 febbraio non si è avuto alcun riscontro in merito agli impegni assunti dal Sindaco e dall’assessore per mettere in sicurezza l'azienda, i lavoratori e il servizio da rendere alla città -dichiarano Clara Crocé, Carmelo Pino, Saro Scudellà della Fp Cgil, Manuela Mistretta Rosaria Perrone e Giovanni Burrascano della Fit Cisl, Silvio Lasagni, Giacomo Marzullo e Domenico Colantoni della Uiltrasporti. Abbiamo inviato due note, indirizzate al Sindaco, agli assessori Signorino e Ialacqua, al Segretario Le Donne al Ragioniere Generale Cama, ai liquidatori delle due società e al Prefetto. Con la prima nota si chiede di discutere del futuro di Messinambiente per capire quali iniziative abbia intrapreso l'amministrazione per far uscire dal limbo della liquidazione la partecipata comunale. Vogliamo discutere del piano industriale della dotazione organica dei servizi e delle risorse da destinare all'azienda. La seconda nota riguarda il destino dei lavoratori dell'AtoMe”. I sindacati annunciano anche di essere pronti ad attivare le procedure di raffredamento, passaggio che precede lo sciopero, in caso di mancata convocazione da parte dell'amministrazione. Un fronte pronto a diventare caldissimo.
Francesca Stornante