Il caso gettonopoli diventa ogni giorno di più una questione politica ancor prima che giudiziaria. Se l’indagine della magistratura dovrà fare il suo corso prima di accertare eventuali ipotesi di reato, a Messina come negli altri comuni della Sicilia in cui si sta indagando, a livello politico non mancano prese di posizione ufficiali. Il più agguerrito è il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che dopo l’annuncio dei tagli ai compensi dei consiglieri comunali e le critiche al modus operandi dei componenti dei Consigli comunali, torna a rincarare la dose ed attacca le forze politiche.
«C'è una pezzo della classe politica insensibile, che difende le spese incontrollabili di un esercito di consiglieri comunali che in Sicilia determinano costi insopportabili per gli enti locali. Ho fatto il sindaco e il consigliere comunale, so bene di cosa parlo», ha dichiarato all’Ansa il governatore siciliano
Nonostante il moniti dell’alleato Beppe Picciolo (Dr), che nei giorni scorsi ha invitato Crocetta a non generalizzare e a non sminuire il ruolo dei consiglieri comunali (vedi qui), il presidente della Regione non retrocede di un millimetro e lancia accuse pesantissime: «Ci sono Consigli comunali che si riuniscono sempre di sera e stranamente le sedute ci concludono poco dopo la mezzanotte: in questo modo scattano due gettoni di presenza e doppi rimborsi per i datori di lavoro».
Il governatore siciliano è convinto che ci siano anche altre anomalie . «Per incassare più gettoni e rimborsi possibili, le commissioni consiliari vengono convocate 2-3 volte in una sola giornata . Trovo assurdo – aggiunge – che di fronte a questa pratica una parte del sistema politico strizzi l'occhio ai facili consensi dei singoli consiglieri piuttosto che ascoltare i cittadini indignati per gli scandali che stanno emergendo, proprio sui consiglieri comunali».
Alle parole particolarmente dure del presidente Crocetta risponde il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone.
«Continuare ad alimentare le polemiche sulle indennità degli amministratori pubblici locali, da parte di organi istituzionali serve solamente a spostare l’attenzione dai veri problemi della Sicilia», scrive in una nota l’esponente dell’Udc, che dal 2008 al 2010 è stato vice-sindaco di Buzzanca, prima di lasciare il doppio incarico e scegliere la poltrona all’Ars .
Secondo il massimo rappresentante dell’Assemblea siciliana «in tema di indennità degli amministratori pubblici locali bisogna applicare la normativa nazionale, equiparando lo status di sindaci e consiglieri comunali siciliani a quelli del resto d’Italia. Una modifica già prevista, su mia iniziativa, nel disegno di legge predisposto dagli uffici della presidenza dell’Ars, in materia di liberi consorzi comunali e città metropolitane».
Ardizzone sottolinea che «non possono e non devono essere ammesse scorciatoie, che non farebbero altro che creare praterie e privilegi a seguito del libero arbitrio delle interpretazioni di norme da parte del governo di turno».
Il governo Crocetta, però, la sua riforma l’ha già varata e sarà inserita nella manovra finanziaria: prevede la riduzione dei compensi dei consiglieri comunali, che non possono superare il 30% delle indennità degli assessori.
Il governatore siciliano è convinto della bontà del suo provvedimento, ma teme che la norma venga bloccata dall'Assemblea regionale, dove – ritiene Crocetta – le forze politiche potrebbero preferire preservare lo status quo. (DLT)