Era il 5 maggio scorso quando in commissione mobilità il ragioniere generale del Comune Ferdinando Coglitore definiva la messa in liquidazione dell’Atm un «provvedimento epocale» (VEDI CORRELATO). Un atto quasi dovuto rispetto ad una azienda (di cui il Comune è ente proprietario), «che non ha mai prodotto il bilancio straordinario nei termini nei termini richiesti – proseguiva Coglitore – al punto che persino i revisori contabili interni hanno dato parere contrario». Una condizione che, a detta del dirigente comunale, fornisce già elementi sufficienti per ritenere la procedure di liquidazione l’unica strada percorribile.
Proprio dal Collegio dei Revisori giunge però più di qualche specificazione, destinata a gettare una luce ben diversa anche sul così detto “giallo” dei crediti vantati dall’azienda trasporti nei confronti dell’amministrazione comunale. Rispetto a questo passaggio, sempre in occasione della seduta in commissione mobilità, Coglitore affermava: «i crediti da riconoscere all’azienda? Non c’è nulla di regolarmente documentato». E’ a questo punto però che la palla passa in mano al Collegio dei Revisori che in un verbale depositato all’Ufficio Protocollo dell’Azienda il 30 giugno scorso, e indirizzato al Commissario, al Direttore Generale e al sindaco, risponde alle “osservazioni” mosse dal Ragioniere generale.
Partendo proprio dalla mancata approvazione del bilancio di previsione 2011 entro i termini previsti dallo Statuto, il 15/02/2010. Il Collegio, infatti, di fronte al ritardo dell’azienda, ha inoltrato allo stesso direttore amministrativo, Garufi, una richiesta di spiegazioni. Richiesta a cui Garufi ha a propria volta risposto con una lettera (riportata integralmente nel documento predisposto dal Collegio dei Revisori) in cui si chiariscono le ragioni del ritardo: «Questa azienda – scrive Garufi – ha trasmesso all’amministrazione comunale con prot.522 del 12/01/2011, il Fabbisogno Finanziario Esercizio per il 2011 (13 milioni di euro). L’azienda ha predisposto il Bilancio previsione 2011, ma non ha ancora provveduto alla trasmissione, in quanto ad oggi non ha ricevuto gli indispensabili indirizzi e direttive dell’ente proprietario». Spiegazioni che per il Collegio dei Revisori sono sufficienti ad evidenziare come «la mancata stesura del Bilancio di previsione per l’esercizio 2011, sia da imputare all’Ente Proprietario che non è riuscito fino ad oggi, dopo sei mesi, a comunicare l’ammontare del contributo per costi sociali da erogare per l’anno 2011». Un’ “assenza”che, di conseguenza, ha determinato anche la mancata approvazione del documento da parte degli stessi Revisori. «Tale dilatazione dei tempi – si legge sempre nel verbale – non fa altro che rendere più difficoltosa la gestione aziendale. Peraltro l’ammontare del contributo erogato fino all’anno scorso dal comune, è uguale a quello del 1999, mentre alcuni costi sono lievitati in maniera esponenziale (vedi carburante)». Aspetto quest’ultimo sottolineato proprio ieri dallo stesso Direttore Generale Claudio Conte nella lettera/sfogo in cui vengono ripercorse le tappe salienti del fallimento aziendale.
Si arriva così al punto saliente: «In merito a quanto dichiarato dal dott. Ferdinando Coglitore al quale non risulta idonea documentazione che possa consentire il riconoscimento dei crediti vantati dall’Atm nei confronti del Comune, il Collegio dei Revisori ribadisce, ancora una volta, che l’amministrazione è stata più volte sollecitata ad avviare un tavolo tecnico per la verifica dei crediti verso controllanti oltre i 12 mesi, ammontati ad Euro 15.730.791, allo scopo di accertare la reale consistenza ed esigibilità di tale posta. Ciò ha influenzato non poco la decisione di esprimere pare negativo sul documento contabile». I Revisori fanno poi riferimento al mancato ripianamento delle perdite da parte del Comune per i bilanci consuntivi 2007-2008-2009 (per i primi due recente bocciatura in commissione politiche finanziarie) che mettono in discussione la possibilità di una continuazione dell’attività aziendale. In ultimo, scrivono ancora i Revisori «appare doveroso aggiungere, per quanto risulta a questo Collegio, che l’Atm ha sempre risposto tempestivamente ed in maniera anche esaustiva alle varie richieste inoltrate dall’Ufficio Staff Rapporti con le partecipate». Una risposta che pur se arrivata con due mesi di ritardo, è destinata a far discutere ancora tanto, soprattutto perché segue la lettera/sfogo inviata dal Direttore Generale Claudio Conte (VEDI CORRELATO) che, senza troppe chiacchiere, parla di una ben precisa “regia occulta” dietro il progressivo disfacimento dell’azienda.
Ad influire, sempre come sottolineato da Conte, la mancata firma di un contrato di servizio (dal 1995) che chiarisca, una volta per tutte, rapporti e competenze tra Comune/Atm, ed anni di silenzi che “costringono” oggi a servire in tavola una patata bollente del peso di circa 50 milioni di euro (questa l’entità del buco finanziario della società). Anche per questo l’amministrazione continua a vedere la soluzione ideale nella procedure di messa in liquidazione, di cui è già pronta la delibera. Atto, quest’ultimo, bocciato però lo scorso 15 giugno in commissione mobilità: alla base della decisione presa dai componenti, la poco chiarezza rispetto al complessivo piano di risanamento e, soprattutto, la sensazione che, forse, la procedura di liquidazione voglia rappresentare la strada più semplice per evitare sentieri altrimenti troppo “tortuosi da percorrere” per l’amministrazione. Tra dubbi, interrogativi e ipotesi, di certo rimane solo una cosa: che gli utenti, quotidianamente appiedati, di macchinazioni e “regie occulte”, di qualsiasi natura, non ne possono proprio più. (ELENA DE PASQUALE)
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