Il completamento dei lavori di messa in sicurezza di Giampilieri è a rischio. L’allarme è lanciato dalla Fillea, la categoria della Cgil Messina che segue da vicino le problematiche del settore edile.
Dopo la drammatica alluvione del 2009, gli interventi realizzati dai tecnici del Genio Civile avevano rimesso in piedi la zona a tempo di record. Ultimazione e collaudo erano stati rapidi. Nessun intoppo, nessuna battuta d’arresto, nessuno dei contenziosi giudiziari che frequentemente fanno da sfondo ai rapporti tra ditte e pubblica amministrazione.
Gli ultimi step dell’intervento di risanamento, tuttavia, sono bloccati a causa di un impasse burocratica. Otto cantieri già previsti e circa 200 posti di lavoro collegati sono destinati a languire nel limbo dell’attesa per via del blocco di 20 milioni di euro stabilito dalla protezione Civile Regionale.
Serietà e professionalità del lavoro dei tecnici del Genio non sembrano trovare riconoscimento e assieme alla brusca battuta d’arresto del programma di messa in sicurezza dell’area già flagellata dall’inondazione di quattro anni fa, la mannaia della chiusura dei cordoni di borsa si abbatte, inconcepibile, sugli stessi lavoratori che attendono ancora somme dovute, indennità, anticipazioni e ripiano di spese, straordinari e quant’altro. Una vana attesa che si protrae da quattro anni e che all’orizzonte non scorge alcun miglioramento delle prospettive.
Accesissima, dunque, la protesta dei tecnici che hanno rassegnato in massa le proprie dimissioni. Un tira e molla tra il Genio Civile e la Protezione Civile Regionale senza esclusione di colpi che getta in una intollerabile situazione di stasi una zona ancora, più che mai, bisognosa di aiuti e stabilità.
Non trascurabili nemmeno le problematiche di ordine economico causate dallo stallo a tempo indeterminato, imposto dalle circostanze. “In un momento di crisi profonda per l’economia e il settore edile, il blocco dei lavori non è accettabile” – ha argomentato, infatti, Biagio Oriti, segretario generale della Fillea. “Del resto è un paradosso – sostiene lo stesso – che all’efficienza delle eccellenze professionali impiegate nello studio della riqualificazione della zona, faccia riscontro l’inerzia dei piani alti della dirigenza regionale. Una gestione della situazione dalla quale trapela poco rispetto per il lavoro altrui oltre ad un malcelato disinteresse per il definitivo compimento dei lavori di ricostruzione già preventivati”.
(Sara Faraci)