Richiesto lo stato di calamità naturale, intanto è polemica sui costi per la festa della Patrona

A Giardini Naxos il forte temporale che si è abbattuto sulla cittadina giorno 9 settembre si è lasciato dietro acqua, fango e polemiche. Passata la paura è rimasta la rabbia. E i danni. Per questo l’esecutivo ha deliberato di richiedere lo stato di calamità naturale per tutto il territorio. Nell’atto – indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Sicilia e al Prefetto di Messina – si legge: “Un copioso e persistente temporale si è riversato sul territorio comunale, causando molteplici danni sia alla proprietà pubblica che privata. In particolare, le acque straripanti del torrente San Giovanni, miste a fango, si sono versate sulla via Umberto e allagato tutti gli immobili a piano terra: garage, abitazioni e attività commerciali. Anche nelle zone Pallio, Recanati, Calcarone e Moscatella si sono verificati allagamenti, sia in proprietà pubbliche che private. In zona tende una frana si è riversata sulla piazza Gianmaria mettendo a rischio le abitazioni. Numerose auto sono state travolte da acqua e fango. L’accertamento e la quantificazione dei danni sono ancora in corso”.

L’attenzione della comunità si è trasferita sul piano della prevenzione e tanti sono i commenti di sconforto sull’assenza di interventi mirati a rendere sicuro il territorio. Il torrente San Giovanni è al centro della polemica: l’omonimo Comitato aveva allertato l’amministrazione prima che succedesse l’irreparabile e giorno 9 settembre è stato proprio quello il quartiere a subìre maggiormente la furia del temporale. Rimbomba nel centro alcanterino l’eco di quegli avvertimenti che, all’indomani dell’alluvione, sono diventati pesanti come macigni. E il Comitato San Giovanni in una lettera recente annuncia che “intende intraprendere qualunque iniziativa legittima che possa garantire la messa in sicurezza e la tutela del territorio” e ancora che vigilerà “sull’attività dell’amministrazione in attesa di immediati provvedimenti ed efficaci risposte”.

Ancora non si è fatta una stima totale dei danni e dai fondi che non ci sono per mettere in sicurezza il territorio ai fondi spesi per altre attività il passo è breve. E la polemica si allarga sui costi per la festa della Patrona della città, Santa Maria Raccomandata.

Il Comune per i suddetti festeggiamenti ha stanziato 78 mila euro. Una prima tranche da 60 mila euro è stata così ripartita: 12 mila euro per l’illuminazione artistica, 17 mila euro per lo spettacolo piromusicale, 6 mila e 500 euro per il Tantum Aurora Festival, 28 mila e 500 euro alla voce “costo presuntivo spettacoli, promozione, logistica e supporto tecnico per la realizzazione delle manifestazioni” e 6 mila euro per la Siae. In un secondo momento, sono stati integrati 18 mila euro.

Le celebrazioni si sono concluse la sera dell’8 settembre. Il giorno dopo Giardini si è svegliata sott’acqua.

Giusy Briguglio