Dall’Etna alle Alpi, dal Po al Simeto quale è una delle maggiori crisi che colpisce l’Italia? La risposta non è difficile. Si tratta dello spopolamento dei centri collinari e montani: una crisi nazionale, che colpisce drammaticamente il sud d’Italia.
Il Sicily lab (fondato nel 2006 dal professor Antonino Saggio, ordinario di Composizione architettonica alla “Sapienza”, Università di Roma e formato da esperti in varie discipline) ha da più di quindici anni, creato un’installazione pro-bono nella cittadina sulla costa tirrenica siciliana di Gioiosa Marea. Lo farà anche quest’anno lavorando sulla crisi dello spopolamento delle aree e dei centri interni. Una crisi che seppure con la sigla di Snai (Strategia nazionale per le aree interne) abbia riguardato anche interventi legislativi, rimane gravissima.
La presenza durante l’evento del maestro Antonio Presti, sottolinea l’importante progetto urbano che il maestro ha rivolto al quartiere Librino, periferia di Catania, dove ha realizzato “La porta delle Farfalle”, un’ imponente installazione in terracotta di un chilometro e mezzo, alla quale hanno partecipato numerosi licei artistici, artisti e architetti, e le scuole e 20mila abitanti del quartiere.
“E’ necessario riaccendere l’anima delle nostre periferie e di quei luoghi importanti per storia, paesaggio, tradizioni – sottolinea Antonio Presti – oggi segnati dal rischio di una migrazione di massa avvenuta in nome della globalizzazione, che ha messo a nudo la crisi del presente e la fragilità di questa terra. Bisogna innestare una nuova visione etica ed estetica in questi territori per veder nascere, nel deserto dell’anima contemporanea, nuove traiettorie di futuro. L’interesse del Sicily Lab del prof. Antonino Saggio e del suo entourage di architetti, professionisti e collaboratori specializzati, sopraggiunge in un momento di riflessione critica e di profonda rigenerazione dei territori della nostra isola”.
Come può un lavoro che si muove contemporaneamente tra architettura, archeologia, storia e Information Technology dare un segnale in questa direzione? Lo farà intrecciando queste aree operative a un’ambiente del tutto particolare: quello della città abbandonata di Gioiosa Guardia a quasi mille metri di altezza sui monti Nebrodi.
Dopo una settimana di lavoro in situ, sabato 2 settembre 2023 dalle 16:30 all’arrivo della notte – sarà visibile a Gioiosa Guardia un’installazione multimediale che prevede un insieme coordinato di azioni: la ricostruzione digitale dell’antico centro, la ricreazione di alcuni degli isolati originari, i percorsi che da Gioiosa Guardia si estendevano lungo i crinali ai centri limitrofi e altro ancora in un insieme di conoscenze e azioni che combinano archeologia, arte, architettura e l’uso delle tecnologie informatiche come elemento catalizzante.
Ma in che senso la resurrezione per un solo giorno di Gioiosa Guardia può affrontare la crisi dell’abbandono delle aree interne? La risposta del prof. Antonino Saggio: “Gioiosa Guardia scomparsa da più duecento anni “parlerà” ai centri che stanno per morire. Cercherà di perorare una causa: se non si inverte la tendenza oggi in atto, presto l’Italia perderà una sua immensa risorsa, i centro minori.”
Due sono i luoghi con cui avverrà il dialogo. Tindari – magnifica località sui mondi Nebrodi verso Messina – e il centro di Piraino anch’esso sui Nebrodi ma a oriente, verso Palermo. Cittadini, Amministrazione locale, Associazioni culturali sono coinvolte in questo dialogo con i membri del Sicily Lab. Durante la manifestazione si tratterà il tema dell’abbandono dei Centri minori in teleconferenza da Gioiosa Guardia con esperti, artisti e amministratori che saranno nei due centri di Tindari e di Piraino. Tutto verrà tele-trasmesso dal seguente link: https://meet.google.com/ehb-gasu-rjf
Sotto la rocca di Gioiosa Guardia a fine serata si terrà un evento teatrale e musicale a cura del Parco di Archeologico di Tindari.