Avevano programmato ogni singolo istante di quella inaudita violenza contro un ultraottantenne di Gioiosa Marea, la sera dello scorso 15 aprile, quando hanno prima colpito la vittima con delle pietre, fracassandogli il cranio, e poi gli hanno sfilato il portafoglio.
Sono accusati di tentato omicidio e rapina Angela Porcaro, trentenne nata a Termini Imerese, ed un diciassettenne suo complice. A spiccare le ordinanze di custodia cautelare sono stati il GIP del Tribunale di Patti, Andrea La Spada, e il GIP del Tribunale per i minorenni di Messina, Michele Saya. Per la donna si sono aperte le porte del carcere di Palermo, per il minorenne quelle dell’istituto di custodia per minorenni del capoluogo siciliano.
A far chiudere il cerchio sugli autori di questa violenta rapina sono stati gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Patti, grazie ad un minuzioso lavoro investigativo coordinato dai pubblici ministeri Giorgia Orlando e Andrea Pagano.
L’episodio risale alla sera dello scorso 15 aprile quando, nella contrada Palombaro di Gioiosa Marea, la vittima stava mungendo nell’ovile vicino alla sua abitazione. E’ lì che l’uomo, un ultraottantenne, è stato dapprima colpito da pietre e un bastone, e poi derubato del portafoglio e delle chiavi di casa. Secondo la ricostruzione, a ferire gravemente l’uomo in testa sarebbe stato il diciassettenne. La Porcaro sarebbe entrata in scena subito dopo, quando la vittima avrebbe tentato di reagire. I due malviventi avrebbero allora preso chiavi e portafoglio per poi scappare lasciando l’anziano signore a terra in stato semicosciente e con una brutta frattura al capo.
Per risalire ai due responsabili, i poliziotti sono partiti da un “pizzino”, una traccia lasciata dal diciassettenne che aveva già avvicinato la vittima nella stessa giornata dell’aggressione. Il ragazzo, infatti, si era presentato a casa dell’anziano lo stesso pomeriggio con un bimbo di pochi anni, chiedendo dell’olio da comprare. La vittima lo aveva fatto accomodare, gli aveva offerto da bere e dato un dolcetto al piccolo. Aveva chiesto poi al diciassettenne di lasciargli il numero di telefono per poterlo contattare una volta trovato il venditore d’olio. Numero di telefono che il diciassettenne aveva scritto su un foglietto, indicando nome di battesimo e luogo di origine.
Grazie a questo episodio ed alla descrizione fornita dalla vittima, è stato così possibile risalire al giovane malvivente. A dare altro impulso alle indagini sono state poi le testimonianze di alcuni vicini e i riscontri calligrafici. Le misure cautelari sono state eseguite stamani dagli agenti del Commissariato di Patti, con la collaborazione dei colleghi dei Commissariati di Termini Imerese e di Corleone. (Veronica Crocitti)