La Cisl Fp è scesa in piazza in tutta Italia con un sit-in nazionale a Roma per sollecitare Governo e Parlamento e cambiare il ddl stabilità. Anche a Messina i dipendenti di SuperInps e Inail hanno manifestato questa mattina sotto la sede della Prefettura.
Il sindacato, che in queste ore e dopo un solo giorno dall’avvio della campagna, ha già depositato in Parlamento oltre 5.000 firme di lavoratori di super-Inps e Inail, chiede infatti un intervento radicale sull’art. 4 del provvedimento, cioè sul taglio delle risorse per la produttività degli enti previdenziali.
“E’ inaccettabile che per far quadrare i conti si mettano sullo stesso piano sprechi e retribuzioni dei lavoratori, cattivo utilizzo dei soldi pubblici e risorse destinate a migliorare i servizi e a ridurre le spese – afferma la Cisl Fp”.
Il riferimento è ai 300 milioni che il disegno di legge permetterebbe di ricavare dal taglio dei cosiddetti “progetti speciali”. “Taglio che – sottolinea la federazione dei dipendenti pubblici Cisl – non è certo spesa improduttiva, visto che in questi anni ha fatto crescere la qualità delle prestazioni ai cittadini e alle imprese: ha ridotto i tempi, innovato i processi di lavoro, assegnato a funzionari compiti svolti in precedenza dai dirigenti. Rinunciare a questi progetti sarebbe irresponsabile”.
“La norma va cambiata – rimarca la Cisl Fp -, ecco perché siamo scesi in piazza per una grande giornata di mobilitazione in corrispondenza della discussione del provvedimento in Parlamento. A Montecitorio di fronte alla Camera dei Deputati e in tutti i capoluoghi di provincia di fronte alle Prefetture, per dire no al taglio delle retribuzioni di produttività e no a qualunque forma di esubero per i dipendenti di super-Inps e Inail. Ma anche per sostenere un progetto di riorganizzazione degli enti previdenziali che intervenga seriamente sugli sprechi: appalti, consulenze, commesse. Come richiamato dalla Corte dei conti”.
“E’ lì che vanno fatti i risparmi – conclude il sindacato -. Non certo attraverso tagli lineari agli organici e ai salari. Per mantenere un sistema di welfare robusto e sostenibile, non c’è altra via che quella di scommettere sull’innovazione e sulle competenze. E su una riorganizzazione vera degli enti che coinvolga lavoratori e cittadini”.