L’arancione è il “colore sociale”. Attenzione però a non fare confusione: nulla a che vedere con quello che ha inondato piazza Duomo, a Milano, per festeggiare la vittoria di Pisapia, «perché gli unici con cui non riuscirò mai ad allearmi sono i comunisti». E’ di buonumore l’onorevole Gianfranco Miccichè mentre parla dal palco della Saletta Visconti in occasione della prima Assemblea provinciale di “Grande Sud”, durante la quale sono stati nominati i rappresentanti locali: coordinatore Francesco Stagno D’Alcontres, vice coordinatore comunale l’assessore Elvira Amata, vice coordinatore provinciale l’assessore Lino Monea. E poi ancora responsabile adesioni Antonio Di Pietro (casuale omonimia con il leader Idv), responsabile enti locali l’ex-sindaco di Milazzo Lorenzo Italiano, responsabile giovanile Lorenzo Mondello.
«Non rimprovero nulla al partito di cui facevo parte (Pdl, ndr) – esordisce l’onorevole – se per il Sud non è riuscito a fare nulla di buono, perché questa è la triste verità. L’esecutivo Berlusconi, a cui siamo stati fedeli fino all’ultimo voto, è sempre stato sotto scacco dei leghisti, mentre il Mezzogiorno non avuto fino ad oggi un partito che sia veramente riuscito a rappresentarlo in Parlamento. Tremonti non mi guarda più negli occhi quando ci incontriamo nei corridoi della Camera – continua – Per il famoso blocco dei fondi destinati a Giampilieri non c’è stato alcun problema di ragioneria, è stato pure ostruzionismo politico a discapito di chi ha sofferto e soffre. Mi è bastato fare un telefonata al nuovo Ministro dell’Economia, mio caro amico, per ottenerne lo sblocco. E’ giusto che si sappia come sono andate le cose» afferma un Miccichè già pienamente proiettato in campagna elettorale.
Ed è proprio a questo proposito che si rivolge agli “amici” presenti in sala, prima fila: «Peppino (Buzzanca, ndr), Nanni (Ricevuto, ndr), Grande Sud ha tutta l’intenzione di rimanere un partito di centro-destra, ma deve stare con chi vince e io sono certo che già alle prossime amministrative, l’alleanza fra noi e il Pdl potrebbe fare la differenza. Il Popolo della Libertà, però, deve decidere cosa fare da grande». Miccichè “apre” quindi all’alleanza ma detta le condizioni: «Peppino, Nanni – ripete con tono politicamente teatrale – siamo disposti ad avviare da subito un tavolo di confronto, ma che nessuno ci proponga l’idiozia delle primarie perché altrimenti correremo da soli e i numeri saranno dalla nostra parte. Grande Sud, giorno dopo giorno, continua a racimolare consensi e non solo in Sicilia. Lo dimostra il risultato ottenuto in Molise, nelle liste della provincia di Campobasso, abbiamo ottenuto il 6,5%, superando anche l’Italia dei Valori di Di Pietro, che giocava in casa. Questa è la forza del nostro partito. E’ necessario pensare ad un nuovo sistema di alleanze, Grande Sud farà il possibile per rimanere fedele al Pdl, ma non sarà più disposto ad inseguire, né tantomeno a rimanere ingabbiato nelle logiche del vostro partito».
Ricevuto e Buzzanca “incassano”. Quest’ultimo, al termine dell’assemblea, commenta così le parole di Miccichè: «Grande Sud è un partito che sta crescendo e che sicuramente avrà molto da dire. Sia io che il presidente Ricevuto, al momento della rottura tra Roma e Palermo con l’Mpa, non abbiamo cambiato le nostre posizioni mantenendo nelle rispettive giunte gli assessori Amata e Monea, senza stravolgimenti. E’ giusto pensare ad una nuova logica di alleanze, ma mi permetto di dire che nelle parole dell’onorevole c’è un vizio: da soli non si può correre». Più sicuro che mai Miccichè: «Ne è proprio sicuro?…Si ricordi che alle elezioni amministrative ci sono anche i ballottaggi».
Le premesse, insomma, non sembrano certo essere quelle di una “santa alleanza”. Ultima nota a margine, la presenza in sala dei consiglieri autonomisti, rispettivamente di Provincia e Comune, Cerreti e Tamà, corrente Lo Monte, forse a conferma dei flirt tra quest’area politica e quella che fa riferimento a Miccichè. (ELENA DE PASQUALE)