Consegnati i lavori del Parco Urbano nell’area ex-Volano: si recupera la memoria ma si guarda al futuro

Non è ben chiaro come e quando la famiglia De Gregorio abbia acquisito la proprietà di “Villa Giostra”, quel che è certo è che l’area, successivamente, venne data in donazione al Seminario Arcivescovile (1954) che, a propria volta, procedette alla vendita alla società Trinacria vincolandone l’uso alla costruzione di abitazioni non di lusso. La ditta, poi, con relativo Atto di cessione volontaria, in sostituzione di procedimento di espropriazione per pubblica utilità, registrato a Messina il 15/04/92, ha trasferito al Comune di Messina la proprietà dello spazio, ma già negli anni ’80 lo Iacp con fondi ex L.R. 25 del 25/01/1962, ha realizzato il complesso di case di viale Aranci, i cui alloggi sono stati successivamente alienati 10 in favore dei privati ivi insediati. Nel muro di recinzione del detto complesso è stato accorpato il portale settecentesco, oggi visibile dal viale Giostra. A sud dell’area di intervento, l’Istituto Autonomo Case Popolari ha invece costruito il complesso ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) per 138 alloggi denominato “La Magnolia”, e con successivo atto notarile l’8 giugno del 2000 tra il Comune di Messina e lo IACP veniva stipulata la relativa convenzione ex art. 35, L. 865/71 per la concessione del diritto di superficie.

Un breve excursus che ci conduce fino ad oggi, su quella stessa superficie dove entro i prossimi 18 mesi, secondo quanto previsto dal crono programma degli interventi, sorgerà il Parco Urbano. Questa mattina, infatti, alla presenza del commissario Iacp Venerando Lo Conti, del Rup Alberto Visalli e della progettista e direttrice dei lavori, l’architetto Caterina Sartori, è avvenuta la consegna dei lavori che consentiranno il recupero di una delle zone che, purtroppo, da diversi anni, rappresenta il simbolo del degrado e di un piano di risanamento che non ha mai conosciuto una vera svolta.

La soluzione progettuale, come spiegato anche dall’architetto Sartori, consentirà di perseguire un duplice obiettivo: la fruizione dell’area quale luogo di servizio per il quartiere e per la città, la tutela dell’area stessa e di quanto in essa insiste, per la sua qualità di bene sottoposto a vincolo. Il parco verrà “ritagliato” in un contesto urbano caratterizzato dalla prevalenza di case di tipo economico e popolare (su tutti i fronti, dalla via Seminario al viale Giostra e lungo il perimetro a sud). Esso però non punta a volere “mascherare” l’ambito in cui verrà calato, ma al contrario trarrà forza e unicità proprio dall’ambiente in cui è calato: “Le quinte del futuro parco – spiega l’arch. Sartori – sono dunque le mura di case popolari tutte uguali tra loro e al contempo diverse per periodo di costruzione, colore delle facciate, degrado più o meno marcato ma tutte accomunate da un unico denominatore comune: lo sciorinamento di panni lungo balconi e finestre. E’ da qui, dunque, che prende forma il parco; è con questo spirito che il parco è pensato e progettato. Un parco che entra a far parte di quel dato scenario urbano che, del parco stesso diviene quinta inconsapevole, sfondo partecipante di una “scena”, quella del parco, appunto, in una sorta di corale rappresentazione un po’ barocca, emozionale, partecipata e un po’ surreale”

Lo spazio del parco si articolerà mediante la distinzione di due parti funzionalmente collegate, denominate “giardino dentro” e “giardino fuori”, “giardino della memoria” e “giardino urbano”. Il giardino urbano trae spunti informativi da quello della memoria per trasferirne il messaggio culturale alla città. Il giardino “dentro” ricade in quella parte del parco che si ritiene fosse, in origine, interessata dall’organizzazione di un giardino chiuso e perimetrato da mura. La prima parte in cui viene articolato il progetto propone quindi un “giardino della memoria”, le cui tracce sono state in buona parte cancellate dai recenti insediamenti edilizi. (E.DEP)