la storia

Giovanni, l’ultimo reduce di guerra di S. Teresa: un secolo di vita intrecciato con la storia

S. TERESA DI RIVA – Un secolo di vita, un’esistenza intrecciata con la storia. Giovanni Settimo, ultimo reduce di guerra di Santa Teresa di Riva, ha spento 100 candeline, circondato dall’affetto della famiglia e della comunità. Nato a Furci Siculo nel 1924, ha vissuto sulla propria pelle gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. A soli 17 anni, dopo l’armistizio dell’8 settembre, si è ritrovato internato e poi prigioniero nei campi di concentramento nazisti. Un’esperienza indelebile, che ha segnato per sempre la sua anima, ma che non ha scalfito la sua tempra e il suo profondo amore per la vita.

Dalle barriere del lager alla ricostruzione

Sopravvissuto alle atrocità della guerra, Settimo è tornato a casa con il cuore ferito, ma con la tenacia di ricostruire la sua esistenza. Lavoro e sacrificio sono stati i capisaldi della sua rinascita, valori che ha trasmesso con dedizione alla sua famiglia.

Un esempio di coraggio e speranza

La storia di Giovanni Settimo è un monito contro la guerra, ma è anche un inno alla speranza e alla forza d’animo. Un esempio di resilienza e di amore per la vita che, nel giorno del suo centesimo compleanno, risuona con forza nella comunità di Santa Teresa di Riva.

La commozione del sindaco Lo Giudice

Presente alla festa per il centenario, il sindaco Danilo Lo Giudice ha espresso la commozione e la gratitudine di tutta la cittadinanza: “Le parole di Giovanni sono una ferita viva che ci ricorda il prezzo della pace e la follia della guerra. A lui va il nostro profondo ringraziamento per il suo coraggio e per la sua testimonianza”.

Un secolo di memorie

Tra le mura della sua casa, Giovanni Settimo custodisce un secolo di memorie. Fotografie ingiallite, lettere sbiadite e medaglie al valore raccontano le tappe di un’esistenza straordinaria, un viaggio attraverso la Storia che oggi illumina il presente e ammonisce le future generazioni. Il centesimo compleanno di Giovanni Settimo non è solo una ricorrenza privata, ma diventa un simbolo per l’intera comunità. Un invito a non dimenticare gli orrori del passato e a coltivare la speranza per un futuro di pace e di rispetto.

A Giovanni Settimo è stata conferita la medaglia d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945. Si tratta di un riconoscimento conferito dalla Repubblica Italiana a tutti i cittadini, civili e militari, che dopo l’8 settembre 1943 furono catturati e detenuti dai tedeschi e non aderirono alla Repubblica Sociale Italiana o alle formazioni delle SS. La medaglia rappresenta un simbolo di gratitudine per il sacrificio e la sofferenza patiti da questi uomini e donne durante la Seconda Guerra Mondiale. Il loro coraggio e la loro resistenza sono un esempio per le future generazioni e un monito contro le atrocità della guerra.