Regge anche in appello la sentenza di condanna per i dipendenti dello IACP di Messina finiti sotto processo per assenteismo. Il caso eclatante, che balzò agli onori delle cronache nazionali perché l’inchiesta coinvolse praticamente tutti i dipendenti dell’Istituto, si chiuse in primo grado con oltre 70 condanne nel gennaio 2016.
In serata giudici della Corte d’Appello hanno chiuso il processo di secondo grado confermando 65 condanne, anche se con diversi sconti di pena per tutti. Definito il non doversi procedere per due imputati, nel frattempo deceduti, e disposte diverse assoluzioni parziali.
I giudici hanno deciso soltanto cinque assoluzioni totali. Escono quindi dalla vicenda scagionati i dipendenti Salvatore Barbaro, Mario Bignoli, Giuseppe Vento, Maria Zona, Giovanni Munafò.
Tutti sono stati assolti dall’accusa di interruzione di pubblico servizio e condannati per truffa.
Ecco le condanne nel dettaglio: un anno e mezzo per Maria Mollura; un anno e 3 mesi di condanna per Antonino Salvatore Aliberto; 1 anno e 2 mesi per Eugenio La Bella; un anno e 1 mese per Elio Sidoti, Salvatore Cicero, Ninfa Oliva, Giuseppina Testagrossa, Sebastiano Pino; un anno per Antonino Puglisi, Antonino Novak, Concettina Tommasini, Vincenzo Musicò; 6 mesi per Pietro Certo, Maria Grazia Arena, Maria Barbera Della Neve, Antonino Cardile, Santi Panarello, Gaetano Sidoti, Gaetano De Salvo, Liliana Buffo, Paolo Bombaci, Giuseppe Previti, Antonino Bonanno, Alfonsina Raffone, Rosa Orioles, Carmelo Mario Cacciola, Maria Gaudio, Domenico Oliva, Patrizia Emanuele, Daniele Gemelli; 7 mesi di condanna per Giuseppa Rosalba Billè, Vincenza Matrascia, Francesco Ragno, Giovanni Luigi Santoro, Marianna Ricci.
Cinque mesi la condanna per: Salvatore Scarcella, Pietro Visalli, Giovanni Bombaci, Giuseppina Cacciola; 4 mesi per Valerio Antonino Colicchia, Filippo Di Stefano, Giuseppe Crisafulli, Antonino Giuseppe Mancuso, Pasquale Mazzeo, Angela Mazzone, Anna Morabito, Gabriele Scolaro, Carmela Tringali, Tiziana Versaci, Maurizio Giliberto, Santi Grillo, Maria Grazia Micalizzi, Ernesto Scorza, Alessandro Sisci, Paolo Milone, Tommasa Grasso, Gaspare Accordo, Ilenia Algisi, Rocco Micale, Salvatore Pizzi, Valentina Denaro, Giovanni Rinaldo, Antonio Zanghì, Carmelo Gibilisco.
Tutti dovranno rifondere le spese processuali alla parte civile, stabilite in 1500 euro, ed a tutti è stata concessa la non menzione.
L’inchiesta Badge Sicuro sfociò in quattro arresti nel 2012. Gli investigatori della Guardia di Finanza avevano nascosto sapientemente diverse telecamere all’ingresso dello Iacp, filmando gli impiegati che uscivano quando invece risultavano in servizio, o immortalandoli a passare il badge per sé e qualche collega che invece in quel momento non era in ufficio.
Nel calderone sono finiti anche dipendenti allontanatisi per pochi minuti, magari per un caffè, e altri che più volte, invece, sono stati ripresi a passare il badge illegittimamente.