È arrivata la condanna per Giuseppe Minardi, accusato dell’omicidio di Domenico Cuté, giustiziato a Giostra nel 2000. IL Gup Monia De Francesco lo ha processato in abbreviato e condannato a 30 anni, ritenendo fondata la ricostruzione effettuata dagli investigatori che a 18 anni dal delitto individuarono i responsabili nei fratelli Minardi, esponenti di spicco del Clan di Giostra. Cuté avrebbe pagato con la vita l’aver tentato di scagionare il figlio da un altro fatto.
L’omicidio risale al 25 gennaio 2000. L’allora 42enne Domenico Cutè, detto “U sauru”, fu ucciso a Giostra con tre colpi di fucile da caccia, fatto aggravato dal metodo mafioso. Era radicato negli ambienti e parente diretto di Giuseppe Gatto (detto Puccio), al tempo reggente della mafia di Giostra e luogotenente del boss ergastolano Luigi Galli, detto “Scarpuzza”.
Giuseppe Minardi, oggi 42enne, all’epoca dell’omicidio Cutè 24enne, è all’ergastolo per omicidio doloso, associazione mafiosa, estorsione, rapina, furto, cessione di stupefacenti, ricettazione, detenzione abusiva di armi, favoreggiamento personale ed altri reati.
Il 17 ottobre 1992, ad appena 16 anni, ha ucciso Maurizio Mento ed è stato condannato a 18 anni di reclusione. Nel 2000 è stato ammesso alla libertà condizionale vigilata ed ha formato un team di fedelissimi coi quali ha organizzato e diretto strategie delittuose.
E’ stato arrestato il 7 gennaio 2003, quando aveva un ruolo di primo piano nell’associazione mafiosa capeggiata da Galli, addirittura pari grado rispetto a Gatto, che dovette fargli spazio nella direzione del clan per evitare cruenti scontri.
Ha contribuito a dare vita al collaborazionismo tra le cosche messinesi (la pax mafiosa tra Gatto, Minardi, Spartà, Ventura e Guarnera) che perdura ancora oggi.