E’ da rifare il processo d’appello dell’operazione 342, l'inchiesta sui rapporti tra l'investigatore privato Matteo Molonia e alcuni appartenenti alle forze dell'Ordine. La VI sezione della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Messina nel novembre 2016 ed ha inviato il fascicolo ai giudici di II grado di Reggio Calabria. Il “processo bis”, quindi sarò celebrato oltre Stretto e anche se la Corte ha autonomia di giudizio, deve tenere conto dei rilievi della Suprema Corte, che ha censurato in parte l’operato dei colleghi messinesi.
Due anni fa i giudici di Messina avevano rideterminato la pena per lo "007" privato ad un anno, contro I 3 anni e due mesi del primo grado, assolvendolo dall’accusa di corruzione e derubricando ad accesso abusivo al sistema informativo l'accusa di rivelazione di segreti di ufficio.
“Col ricorso per Cassazione è stato chiarito che le prove raccolte nel processo di primo grado dimostravano che la finalità dei due unici accessi al sistema informatico delle Forze dell’Ordine eseguite dal maresciallo Scaletti consistevano in segnalazioni di possibili fonti di pericolo per la sicurezza generati da eventi di minaccia, rapina e pedinamenti sospetti subiti dall’investigatore privato, (e dal suo collaboratore), e non invece aiuti del Pubblico Ufficiale alle attività dei due investigatori”, commenta l’avvocato Carlo Faranda, difensore di Molonia, che sottolinea come la posizione è simile a quella di Antonio Brigandì, il collaboratore del detective condannato anche lui ad un anno, come il maresciallo Antonio Scaletti.
“E’ stato chiarito anche che Molonia e Brigandì – sottolinea il legale- avevano più volte collaborato in maniera lecita e trasparente con le forze di Polizia Giudiziaria, ricevendo quali ausiliari in carichi in tal senso”. L’avvocato Faranda ha discusso due giorni fa la posizione del proprio assistito, insieme agli avvocati Nino Cacia e Carmelo Vinci, difensori rispettivamente di Brigandì e Sturiale.
La Corte d’Appello di Messina nel 2016 aveva deciso sconti di pena anche per Francesco Giusti, ex comandante del Nucleo mobile della Guardia di Finanza di Messina: da 3 anni e mezzo ad un anno e 2 mesi. Per il maresciallo della Finanza Giovanni Duca e il poliziotto Augusto Sturiale, invece, erano state confermate le condanne ad un anno e 9 nmesi e un anno rispettivamente. Oggi arriva l’annullamento parziale anche per Sturiale.
Adesso il processo di secondo grado è da rifare. L’accusa in sostanza è di rivelazione di segreto d'ufficio per aver fornito a Molonia alcuni dati: intestatari di targhe o altre generalità. L’inchiesta era stata battezzata "342", che costó i domiciliari a Molonia e la pensione anticipata a Giusti. A svelare i rapporti tra l'investigatore privato e quelli pubblici sono state soprattutto le intercettazioni telefoniche, arrivate dopo le denunce di un altro appartenente alle forze dell'ordine, a sua volta "nei guai" per vicende personali, dei quali si era occupato Molonia per via della sua professione.