Operazione Dominio, condanne anche in appello per il clan di Mangialupi

Reggono anche in appello le accuse contro i nuovi elementi di vertici del clan di Mangialupi, scoperti dalla Guardia di Finanza con l’operazione Dominio.

I giudici di secondo grado ieri hanno confermato quasi integralmente le 13 condanne emesse in primo grado a marzo dello scorso anno dal Gup Monica Marino, alla fine del processo abbreviato.

Ecco le condanne confermate integralmente: 13 anni per Domenico La Valle, 16 anni e 2 mesi per Alfredo Trovato; 9 anni per Paolo De Domenico; 9 anni e mezzo per Salvatore Trovato, 2 anni per Giancarlo Merciega e Davide Romeo; 2 anni e 2 mesi per Alberto Alleruzzo, 1 anno per Domenico Galtieri, 8 anni per Santo Corridore, 4 anni e 8 mesi per Giuseppe Luppino.

Hanno incassato lievi sconti di pena, invece: 6 anni e 4 mesi per Francesco Laganà (3 anni in meno rispetto al primo grado), 1 anno e mezzo mesi per Carmelo Bombaci (1 anno e 10 mesi in primo grado), 2 anni per Giovanni Megna (4 anni e 8 mesi in I grado)

La retata della Guardia di Finanza è scattata nel marzo 2017: conti correnti e immobili ammontanti a quasi 10 milioni di euro complessivi sequestrati, 21 arresti, mentre gli indagati in totale erano 32.

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia – insieme al PM Maria Pellegrino c’era la collega Liliana Todaro, avevano fatto emergere nuovi assetti nella cosca e il ruolo di Domenico La Valle il quale, approfittando della disgregazione della cosca storica, era riuscito ad assumere il controllo totale delle attività di zona, costituendo il punto di riferimento imprenditoriale del quartiere.

Per fare questo, La Valle si era avvalso di una fitta rete di collaboratori mettendo “le mani” soprattutto nel campo delle slot machine e delle scommesse online.