Primo punto fermo nel procedimento scaturito dagli arresti dello scorso marzo, quando la Polizia di Messina ha arrestato sei persone per una presunta maxi tangente ruotante intorno i lavori dela Siracusa -Gela, appaltati dal Consorzio Autostrade.
La Procura di Messina ha siglato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari per gli 11 indagati principali. Il provvedimento cristallizza le accuse, confermando il quadro tracciato dagli investigatori messinesi sulla vicenda – a lavoro sul caso gli agenti della Polizia Giudiziaria e della Squadra Mobile, coordinati dai PM Alessia Giorgianni e Rossana Casabona. .
Turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione i reati contestati a vario titolo. per fatti che vanno dal marzo 2014 al novembre 2015, le accuse messe nero su bianco dalla Procura di Messina, guidata dal Procuratore Capo Maurizio De Lucia, alla fine degli accertamenti scaturiti da una segnalazione del Tar che aveva trattato i ricorsi delle ditte escluse dalla gara di affidamento dei lavori
La gara d’appalto del Cas risale al 2013. La commissione di gara, composta da professionisti designati dal Ministero delle Infrastrutture, investiva della fase valutativa delle offerte anomale una sotto-commissione composta da dirigenti e consulenti del CAS e presieduta dal dirigente del CAS e RUP del procedimento Gaspare Sceusa. La sub-commissione ha valutato positivamente le giustificazioni della RTI Condotte D’Acqua Spa, mandataria, e Cosedil Spa, mandante, che aveva ottenuto il maggior punteggio, così l’appalto era stato stipilato il 17 aprile 2014, per un valore dichiarato di 289.560.523 euro.
Immediatamente le ditte escluse, Tecnis e Sics, hanno fatto ricorso al Tar Catania, che ha censurato la condotta della sub-commissione di gara, ritenendo che non avesse condotto i necessari approfondimenti su un aspetto tecnico fondamentale dell’offerta di Condotte, che avrebbe comportato, a fronte di una modifica strutturale di alcuni elementi dell’opera, una nuova approvazione del progetto da parte dei competenti organi di controllo, Genio Civile e Ministero delle Infrastrutture. Il Giudice Amministrativo ha quindi trasmesso gli atti alla Procura di Messina.
Gli accertamenti, condotti anche attraverso intercettazioni telefoniche, hanno confermato i dubbi del Tribunale amministrativo regionale, ma soprattutto hanno scoperto soprattutto che la gara era stata pilotata da “condizionamenti esterni riconducibili ai vertice del CAS ed a consulenti dell’impresa CONDOTTE, collegati ad ambienti politici ed amministrativi della regione siciliana.
In sostanza secondo la procura di Messina attraverso una società di consulenza, la Pachira Partners, subentrata in un subappalto dei lavori, venne creata una scatola per negoziare una maxi tangente – oltre un milione e mezzo di euro, finanziata con fondi del Consorzio.
Alessandra Serio
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