Cronaca

Giustizia, anche Messina dice no alla legittima difesa

Magistratura, avvocatura e operatori del diritto sono concordi: la nuova legge sulla legittima difesa non è utile ed è invece molto dannosa. Perché elimina il “filtro” del giudizio dei magistrati, delle indagini, affidando quasi esclusivamente alle testimonianze il riscontro alle denunce.

La pensano così, in estrema sintesi, i partecipanti al convegno che si è svolto nell’aula magna della Corte d’Appello di Palazzo Piacentini, promosso dall’Ordine degli Avvocati di Messina, che hanno voluto un tavolo tecnico tra esperti per fare il punto sul provvedimento approvato dal Senato lo scorso 28 marzo. Al tavolo insieme al presidente dell’Ordine Vincenzo Ciraolo, l’avvocato Massimo Marchese della Camera Penale “Pisani-Amendolia”, il giudice Maria Vermiglio e Alessandro Vaccaro, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Genova.

Da tutti è arrivata la bocciatura unanime alle previsioni della riforma, che modificano una legge considerata già molto valida. Bocciato soprattutto il passaggio della proporzionalità tra difesa e offesa, nel caso di “difesa domiciliare”, considerata ora sempre sussistente.

Ma il più grosso no arriva soprattutto per gli effetti più generali della nuova legge: è figlia di un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni e la alimenta, amplificandola. “Non può passare il messaggio che ognuno può farsi giustizia da solo in casa propria”, ha detto l’avvocato Vaccaro.