REGGIO CALABRIA – Digitalizzare e dematerializzare. Rendere più facile e snella la consultazione di centinaia di migliaia di pagine di processi contro le ‘ndrine, e alleggerire gli archivi giudiziari di tonnellate di scartoffie (peraltro, a complicar tutto, custoditi anche in luoghi differenti rispetto agli uffici giudiziari in cui servirebbe averli a portata di mano).
Questi i due cardini della convenzione da 470mila euro – prelevati dai fondi Pac, del Piano d’azione-coesione cioè – sottoscritta stamattina dai vertici della Regione Calabria e della Procura distrettuale di Reggio Calabria.
E la firma è stata apposta dal Governatore calabrese Roberto Occhiuto e dal procuratore capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri con accanto il vicepresidente della Regione Giusi Princi e il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Reggio Gerardo Dominijanni, già “aggiunto” dello stesso Bombardieri. E sotto gli occhi dei docenti Caterina Di Leo e Lucio Ficara e di una classe a indirizzo giuridico del Liceo scientifico reggino “Leonardo da Vinci”: per capirci, lo stesso Istituto le cui redini la Princi, per entrare nella “squadra” di Occhiuto, ha lasciato nelle ottime mani di Serenella Corrado.
L’azione riguarda segnatamente il lavoro della Direzione distrettuale antimafia, lì dove – come opportunamente evidenziato proprio da Bombardieri – è un must “fare memoria” attraverso gli atti, attingendo a valutazioni e circostanze emerse nell’àmbito di processi precedenti. E lì dove i magistrati antimafia reggini, nel tempo, hanno realizzato un nugolo di operazioni di straordinaria valenza.
Gli affidamenti veri e propri, ha enucleato Giusi Princi, arriveranno dopo le manifestazioni d’interesse. E – ha aggiunto il procuratore distrettuale – in séguito al confronto con la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia.
Nell’àmbito di quella che viene definita la «centralità della Giustizia» per gli amministratori regionali in carica, stanno per arrivare anche altre somme e azioni di massima importanza su questo fronte.
Intanto, mezzo milione del Pac per i servizi front-office della Procura di Reggio Calabria, al Centro direzionale di Sant’Anna. con Obiettivo: realizzare uffici della Procura presso il Tribunale reggino aperti al pubblico volti a «fornire agli utenti notizie o informazioni relative a procedimenti giudiziari».
E poi dietro l’angolo ci sono quei fondi del Pon Governance e Capacità amministrativa – un milione 653mila euro – che verranno impiegati per allestire sull’intero territorio calabrese 25 uffici di prossimità di giudiziaria su scala regionale. Tra questi, come anticipato da Tempostretto nelle settimane scorse, nel Reggino saranno istituiti uffici giudiziari “di prossimità” a Villa San Giovanni e a Oppido Mamertina.
Del resto, «il livello di civiltà di una Regione si misura anche dalla qualità dell’amministrazione della Giustizia», come ama ripetere Occhiuto. Giustamente agevolare il lavoro degli operatori giudiziari, in una terra come la Calabria, «è un dovere; ma è anche un’opportunità»… Perché «questa è una piccola cosa, nel senso che vogliamo e dobbiamo fare ancora tantissimo per consolidare il rapporto tra diversi livelli istituzionali», argomenta il Presidente Occhiuto.
E al contempo perché proprio “altre Istituzioni” – ossia gli uffici magistratuali – argomenta il Presidente della Regione, debbono «garantire che fondi Ue, del Pnrr, del Psc vengano utilizzati per creare sviluppo e occupazione, e non per alimentare poteri illegali e criminalità che sviluppo e lavoro uccidono, in quanto uccidono i diritti».
Sul altro fronte, ha rilevato proprio il pg Dominijanni che questo modo d’interagire può tributare «alla “macchina” della Giustizia quell’efficienza che non sempre ha dimostrato di esserci e che invece utenti e operatori del diritto ci chiedono: senza efficienza non può esserci “vera” Giustizia». D’altro canto, il magistrato – che s’è definito «semiabusivo» all’incontro perché attualmente ai vertici della Procura generale, mentre il protocollo è firmato dalla Procura della Repubblica di Reggio – ha fatto presente con vigore che «non esistono monadi. Siamo tutti interconnessi: e questo non può non valere per le Istituzioni. Anzi».