Sono arrivati da qualche settimana anche a Messina gli addetti al nuovo ufficio del processo, il “rinforzo” previsto dalla riforma Cartabia per smaltire gli arretrati degli uffici giudiziari. Una novità che stenta a dare i suoi frutti, a quanto pare dalle primissime battute, come paventato dai vertici dell’amministrazione giudiziaria messinese.
Per la presidente del Tribunale Marina Moleti sono una ottima occasione, che però deve ancora trovare una definizione chiara. “Ci sono due problemi soprattutto ancora da appianare – spiega la presidente – la loro collocazione fisica e il nodo formazione”. Ecco perché.
Sono circa un centinaio gli addetti dell’ufficio del processo da poco entrati in operatività a Palazzo Piacentini: 71 destinati al Tribunale, poco più di 30 in corte d’Appello. Per quel che riguarda il Tribunale, la Presidente li ha distribuiti praticamente in tutti i settori, con particolare riguardo al settore della famiglia, dove ce n’è uno destinato ai procedimenti di protezione internazionale, uno alla sezione famiglia vera e propria e uno al contenzioso civile. Altri operatori sono stati destinati all’ufficio comunicazione con l’esterno e gli utenti, altri ancora si occuperanno dell’aggiornamento del sito giustiziamessina.it, che presenta una interessante sezione di archivio delle principali pronunce, oltre che l’elenco e i contatti dei servizi.
Di questo centinaio, già 16 hanno però lasciato il Tribunale perché nel frattempo hanno vinto altri concorsi pubblici, mentre altri 8 hanno già annunciato che faranno altrettanto, avendo trovato altra collocazione definitiva. “Ma ne dovrebbero nel frattempo essere assegnati altri 10 – annuncia la Moleti – chiamati a scorrimento nelle graduatorie. Alla fine quindi rimarranno scoperti 8 dei posti previsti circa”.
Qui c’è la prima nota dolente. “E’ importante formarli – spiega la presidente – ma il fenomeno dell’abbandono in favore di altri posti messi a concorso è tutt’altro che episodico. Rischiamo quindi di formare personale che, appena è davvero “operativo”, va via e si deve ricominciare tutto da capo con i nuovi”.
Il secondo problema è ovviamente quello logistico. Gli spazi a palazzo Piacentini sono ristretti anche per gli attuali “frequentatori abituali”, figurarsi per altri 100 operatori. Ad oggi al piano terra di Palazzo Piacentini, in corrispondenza delle aule dibattimentali del tribunale, sono state realizzate alcune “gabbie” che dovrebbero ospitare le postazioni operative di alcuni di loro, nell’atrio è stato tirato a lucido il banchetto dell’Urp, mentre i restanti sono provvisoriamente ospitati nelle aule di udienza di volta in volta non occupate dai processi.