cronaca

Giustizia Messina, si insediano presidente di Corte d’appello e procuratore generale

“Mi concentrerò per il completamento dell’iter per l’approntamento dei nuovi locali degli uffici giudiziari”. Il nuovo primo presidente della Corte d’appello Luigi Lombardo si fa garante del trasferimento di una parte degli uffici di giustizia nei due palazzi di via Garibaldi reperiti dal Comune di Messina. Un progetto, quello del “secondo palazzo di giustizia”, che ha bisogno di almeno altri 14, 18 mesi ma che, visti i precedenti, sembra già a un punto di svolta rispetto alle tante false partenze del passato.

Nuovo palazzo di giustizia, una promessa

La promessa del nuovo presidente, che arriva dal prestigioso incarico alla Corte di Cassazione dove ha presieduto la seconda sezione civile, è perciò un impegno che tutta la comunità gli cuce addosso e che ha un valore importante, come ha sottolineato il “predecessore” Sebastiano Neri. Congedandosi, il presidente facente funzioni ha ringraziato tutti i colleghi, il personale e le altre componenti del mondo giudiziario messinese e non ha nascosto la soddisfazione di aver messo la firma sugli atti risolutori di questo lungo iter.

Lombardo si è insediato stamane andando ad occupare una poltrona rimasta vuoto troppo a lungo. E’ passato oltre un anno e mezzo, infatti, dal pensionamento del suo predecessore Michele Galluccio, anche lui presente oggi nell’affollatissima aula magna di Palazzo Piacentini. Sia per il profilo dei nominati che appunto per il lungo periodo di scoperture negli uffici di vertice, quella di stamane è stata una cerimonia importante per tutto il distretto di giustizia messinese. Lo testimoniano i tanti vertici degli altri distretti presenti, i rappresentanti delle associazioni forensi, delle forze dell’Ordine, il personale di giustizia e le istituzioni che hanno letteralmente asserragliato l’aula.

Caponcello sul caso Apostolico

Insieme a Lombardo, ad accettare la nomina dalle “mani” del procuratore generale facente funzioni Maurizio Salamone, anche il nuovo procuratore generale Carlo Caponcello. Tra una battuta e un’altra, il nuovo PG, commosso per la presenza di tanti colleghi di vertice provenienti da tutti i distretti siciliani, ha descritto quello di oggi come un lieto evento “che vista la contestualità mi sembra un parto gemellare, nella giornata del mio 66esimo compleanno”, ma non ha risparmiato interventi diretti all’attualità nazionale.

“Quest’oggi mi auguro, anzi la mia è una speranza, che in questo paese nessun magistrato debba domandarsi, prima di apporre la propria firma su un atto, un’ordinanza, una sentenza, cosa mi può capitare se non è in linea. Il primo compito degli intellettuali dovrebbe essere quello di impedire che il monopolio della forza diventi anche il monopolio della verità“, ha detto Caponcello prendendo spunto dal caso Apostolico. Sullo stesso tema a Messina aveva preso posizioni anche l’Associazione nazionale magistrati.