Ha subito una pesante condanna che riteneva ingiusta il trentenne che ieri ha provato il suicidio in Tribunale. A sventare il tentativo è stato l’intervento tempestivo di uno dei Carabinieri in servizio a Palazzo di Giustizia, che ne è uscito con un braccio rotto.
L’uomo stava seguendo un suo processo nell’aula della Seconda sezione del Tribunale. Quando i giudici hanno emesso il verdetto di condanna ha perso la testa. Urlando e inveendo, tremante, ha attraversato i lunghi corridoi, è salito in Corte d’Appello, al primo piano, e ha minacciato di lanciarsi dalla balaustra, per ricadere nell’atto.
Quando il militare del posto fisso all’ingresso è arrivato, l’uomo aveva già messo un piede oltre la balaustra, la gamba penzolante nel vuoto. Per riportarlo in sicurezza è servita parecchia forza al carabiniere.
Quando é attivata l’ambulanza, il condannato sconvolto è stato controllato, ma non aveva un graffio, anche se era ancora in stato confusionale. L’uomo in divisa, invece, è dovuto andare in ospedale per sottoporsi ad una radiografia al braccio, seriamente lesionato.
(Alessandra Serio)