Il pensiero della sera – Vedere oggi alcuni studenti manganellati a Pisa e Firenze non è stato un bel segnale. Le manifestazioni per la Palestina sono state segnate da questi momenti di tensione, immortalati in alcuni video. A Firenze l’episodio è avvenuto quando i manifestanti hanno provato a raggiungere il consolato americano, deviando rispetto al corteo autorizzato, formato da sindacati di base, studenti e comunità palestinese (fonte Ansa).
Ci auguriamo che siano condotte indagini rigorose, come si dice in questi casi, e va evidenziato che il codice identificativo per gli agenti dovrebbe essere una priorità per uno Stato democratico. Sarà anche banale ma bisogna ricordare che la stragrande maggioranza dei giovani in piazza vogliono solo una cosa: la pace. La fine di un conflitto per avviare una nuova stagione in quelle terre martoriate. Reprimere così, in assenza di circostanze straordinarie, significa trasmettere indirettamente un messaggio pericoloso a ragazze e ragazzi. Un invito a rimanere nelle proprie case, davanti a uno schermo, senza credere più a una dimensione partecipativa della politica.
Il bilancio provvisorio? A Pisa 10 minorenni feriti e tre maggiorenni, tra dita fatturate, contusioni e trauma cranico. A Firenze cinque i manifestanti al pronto soccorso (fonte la Repubblica). Il questore ha precisato che il corteo studentesco pro Palestina a Pisa non era stato autorizzato. Tuttavia, l’uso della forza è apparso sproporzionato, come hanno denunciato le forze politiche d’opposizione ma anche il sindaco di centrodestra, i docenti e vertici universitari.
Scrive la componente studentesca della Scuola normale superiore: “Come membri della comunità, siamo sconcertati dagli avvenimenti di questa mattina: la manifestazione per il cessate il fuoco in Palestina, fatta di studenti e studentesse, è stata brutalmente caricata dalla polizia per evitare il passaggio in Piazza dei Cavalieri. Numerose persone delle università e dei licei pisani sono state ferite e costrette a raggiungere le ambulanze in autonomia. La repressione violenta e spropositata di una manifestazione pacifica che cercava di raggiungere un luogo pubblico e centrale nella città di Pisa, peraltro la piazza su cui affaccia la nostra Scuola, ci indigna profondamente e ci preoccupa. La violenza di polizia a cui abbiamo assistito è incompatibile con i principi di uno Stato democratico e lede profondamente, con atteggiamento intimidatorio, la libertà di manifestazione”.
E ancora: “Ci accodiamo alle tante voci di sconcerto emerse da realtà pisane, tra cui professori e professoresse del liceo Russoli, che hanno assistito impotenti a quanto stava avvenendo a due passi dalla sede della nostra Scuola, e a quella dei rettori delle tre Università pisane (Università di Pisa, Scuola normale e Scuola Sant’Anna). Chiediamo che le autorità coinvolte rispondano di quanto avvenuto e della gestione dell’ordine pubblico in città e che episodi simili non accadano più. Ribadiamo infine quanto approvato nel Senato accademico del 28 novembre: la Scuola normale auspica il cessate il fuoco immediato e esprime la solidarietà a tutte le vittime civili del conflitto e ai loro familiari”.