G8 Genova, pena ridotta per il messinese Ursino

Sconto di pena anche per gli ultimi 4 imputati dei disordini scoppiati durante il G8 di Genova, nel 2001. Tra loro anche il messinese Dario Ursino, condannato a 6 anni di reclusione, anziché 7. I tre coimputati hanno invece ottenuto una riduzione di 2 anni sulla condanna precedente. La sentenza é della terza sezione della Corte d’appello di Genova, tornata a pronunciarsi dopo che la Corte di Cassazione aveva chiesto di rivedere il pronunciamento emesso nel 2010 senza concedere agli imputati l’attenuante della “suggestione della folla in tumulto”. ” In piazza in quelle giornate anche le forze dell’ordine avevano travalicato il limite della legalità”, ha detto
Il procuratore generale chiedendo di tener contro dei rilievi della Suprema corte. Il Pg ha anche fatto notare come il codice penale italiano è più duro di altri sistemi europei nei confronti dei manifestanti.
La Corte di Cassazione, nella sentenza emessa nel luglio 2012, aveva decretato complessivamente 10 condanne, di cui 5 già passate in giudicato. Di queste cinque condanne, per due c’è stata la conferma integrale della sentenza di appello; tra loro l’altra messinese, Ines Morasca, condannata a 6 anni e mezzo. per Ines Morasca e 10 anni per Alberto Funaro). Gli imputati del processo erano inizialmente 25. Durante le udienze di primo grado gli avvocati difensori dei no global dimostrarono però che ben 15 di loro – quasi tutti appartenenti al corteo dei disobbedianti che il 20 luglio sfilò dallo stadio Carlini a Via Tolemaide – avevano agito per legittima difesa dopo che il corteo senza ragione era stato caricato proprio in via Tolemaide, poco prima dell’incrocio con corso Torino. Per quattro funzionari tra carabinieri e polizia i giudici rinviarono anche gli atti in procura per falsa testimonianza. Fu dimostrato inoltre che molti dei carabinieri che caricarono il corteo delle “tute bianche” utilizzavano bastoni e spranghe di ferro camuffate al posto dei “tonfa” in dotazione.
“L’accoglimento dell’attenuante della folla in tumulto – commenta l’avvocato Francesco Romeo, difensore di Ursino – rappresenta un precedente importante, che potrà essere utilizzato in molti altri processi di piazza”