E’ stata istituita nel 2004, l’anno dopo è diventata pienamente operativa ed è sempre stata “croce e delizia” della mobilità urbana messinese. Parliamo della Ztl, la Zona a traffico limitato, che nel gergo cittadino si traduce essenzialmente in gratta e sosta e in parcheggi a pagamento. La Ztl è “croce” perché, secondo tutte le sentenze del Giudice di Pace, è illegittima, “delizia” perché è comunque molto redditizia. Il consiglio comunale (che tornerà a riunirsi stasera) tornerà a discutere di quelle strisce blu istituite proprio in seguito ad una delibera di Consiglio, con una proposta di Melazzo (Udc), Pergolizzi (Fli) e Cantello (Sicilia Vera) che mira a cambiarne sensibilmente i connotati, istituendo delle aree di sosta gratuite. Ma quanto frutta realmente la Ztl? Le cifre sono molto alte: nel solo 2011 l’Atm ha incassato dalla vendita dei gratta e sosta ben 2 milioni 918 mila euro, anche se la cifra è in calo rispetto al 2010 (2 milioni 995 mila euro) e soprattutto al 2009 (3 milioni 152 mila euro). In media, dunque, si incassano 243 mila euro al mese, col picco più alto, nel 2011, a ottobre (262 .797 euro) e quello più basso ad agosto (125.690 euro). Dalla sola Ztl l’Atm incassa più di quanto fruttano biglietti (1,6 milioni nel 2011) e abbonamenti (405 mila euro) messi insieme. A questi dati vanno aggiunti quelli relativi alle multe: 1,5 milioni nel 2009, 1,2 nel 2010, 1 milione 612 mila euro nel 2011. In questi casi il grosso dei ricavi delle sanzioni va alla polizia municipale, che però riserva una quota del 14 per cento (circa 200 mila euro, dunque) all’Atm.
Ma proprio le multe portano allo scoperto l’inghippo della Ztl. La Zona a traffico limitato, lo ricordiamo, è prevista dal Piano urbano del traffico approvato dal consiglio comunale il 16 dicembre 1998 e sancisce che: nella Ztl non possono circolare veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, è regolamentata la sosta dei veicoli per lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico merci ed è consentita la sosta delle autovetture esclusivamente a pagamento, con esenzione per ogni nucleo familiare residente. Le modalità di organizzazione della sosta a pagamento sono state poi approvate sempre dal consiglio comunale il 20 maggio 2004, con l’introduzione dei gratta e sosta e l’utlizzo degli ausiliari del traffico, affidando la gestione del tutto all’Atm. Tra l’inizio del 2004 e l’aprile del 2005 l’Atm stessa ha assunto gli ausiliari, mentre nelle strade del centro era stata istituita, in via sperimentale, la sosta a pagamento solo sul lato sinistro del senso di marcia. A maggio 2005 (“reggente” di Palazzo Zanca era il commissario straordinario Bruno Sbordone) tutto era pronto, ma il consiglio comunale ha volouto introdurre, con un ordine del giorno approvato il 29 giugno 2005, tariffe ridotte nelle strade più distanti dal centro. Il 18 luglio 2005, infine, è partita la Ztl “a pieno regime”, cioè con il pagamento previsto su entrambi i lati.
E qui sono iniziati gli incassi (delizia) e i contenziosi (croce). Migliaia di ricorsi, al prefetto e al Giudice di Pace: nel solo 2009 se ne contano oltre 4 mila! Il sistema del contenzioso comunale va in tilt ma soprattutto tutti i cittadini che ricorrono contro le multe da gratta e sosta ottengono bottino pieno. Basta leggere una delle tante sentenze di un Giudice di Pace per capire perché: «Le deliberazioni comunali con le quali è stata disposta l’istituzione della Ztl nonché il conseguente assoggettamento a pagamento della sosta in tutte le aree in detta zona ricomprese, sono prive di copertura normativa e quindi illegittime per violazione dei presupposti e delle condizioni prescritte espressamente dalle disposizioni del Codice della Strada. Posto, infatti, che la delibera di istituzione della Ztl è illegittima per carenza dei requisiti tassativamente prescritti (anche in ragione della palese impossibilità di ravvisare esigenze particolaridi traffico in un’area così vasta come quella parimetrate dal Comune), ne discende l’illegittimità del provvedimento che, esplicitamente o implicitamente, escluso ogni area di parcheggio libero». In sostanza, secondo il comma 8 dell’articolo 7 del Codice, nel momento in cui dispone la sosta a pagamento, l’Amministrazione «su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta». Inoltre, qualora non bastasse, «la segnaletica stradale verticale non è conforme a quanto previsto in materia di sosta a pagamento del Codice della Strada vigente». Che fare, dunque? Per Melazzo, Pergolizzi e Cantello la Ztl va rivista in gran parte, per Giuseppe Chiarella (Pdl) per prima cosa andrebbe richiesto un parere al collegio di difesa, quindi rimpinguare lo staff per i contenziosi (magari evitando di fermarsi al Giudice di Pace, arrivando fino al Tar) e in seconda analisi modificare la Ztl, non ripristinando il pagamento solo sul lato sinistro, ma creando zone gratuite “a macchia di leopardo”. Un dato è certo: così com’è, la Ztl è illegittima. Sette anni dopo la sua istituzione, non è una bella constatazione.