Stimato direttore, non le sarà sfuggito che il provvedimento di diniego al progetto del grattacielo ( febbraio 2013 ) porta la mia firma . Peccato che non ho potuto contare sull' appoggio della Soprintendenza , dell'' Avvocatura Comunale nè tantomeno del TAR. Io ero arrivato all' Edilizia a fine gennaio 2013 ( su incarico del dr. Croce) e feci subito quello che altri avrebbero dovuto fare mesi prima . Poi il 31 dicembre dello stesso anno fui trasferito al dip.to Politiche del Territorio dove sono tutt'ora , e non potei più seguire questa brutta storia come la pubblicazione nel 2014 della sentenza favorevole alla ditta – che andava subito appellata . Le affido comunque queste mie poche righe.
I grandi palazzi storici vanno sempre tutelati – e ciò è fuori discussione – ma l'edilizia minore , che rappresenta la cultura e l' arte popolare ,va ugualmente conservata. Immaginiamo cosa sarebbe oggi Venezia o Firenze se attorno a piazza San Marco o sotto la cupola del Brunelleschi non esistesse un ricco e vitale tessuto urbanistico fatto di : vicoli , calli , campi, facciate, muri antichi e modesti magari sgangherati , ma amorevolmente conservati . Il piano regolatore di Bologna , Bergamo alta , Urbino e di tante altre nostre città d'arte sono stati concepiti e disegnati proprio per tutelare le emergenze artistiche ed il loro contesto minore che insieme ed indissolubilmente costituisce l'identità ,l' essenza stessa di una città . E' quello che , ahimè inutilmente , cercai di far capire al Soprintendente di allora e ai progettisti del grattacielo ( torre a vetri con incollata una facciata antica posticcia ) , in un incontro avvenuto alla Soprintendenza in una mattina d' estate del 2013 , che molti ricorderanno . Uscendo da quell' incontro mi domandai : " chissa' mai su quali testi di architettura, restauro/architettonico ed urbanistica tutti quei signori , seduti intorno al tavolo, si fossero formati ? " Me lo chiedo ancora adesso.
Enzo Schiera, dirigente Dipartimento al Territorio