Sciopero a oltranza dei lavoratori della società Cambria che gestisce negozi a marchio Spaccio alimentare e Iperspaccio in Sicilia e Calabria. A proclamarlo la Uiltucs e la Filcams “a causa dei gravi ritardi e delle incertezze nel pagamento degli stipendi e in assenza di chiarezza sulle intenzioni dell’azienda”.
Allo sciopero hanno aderito tutti i lavoratori della ditta che potranno anche non partecipare all’attività lavorativa visto i ritardi considerevoli dell’erogazione degli stipendi.
L’azienda dei fratelli Cambria ha origine proprio a Milazzo dove abbiamo sentito qualche dipendente più che preoccupato e qualche altro che si era già allontanato dall’azienda in tempi non sospetti: ci raccontano di una realtà in forte crisi.
“La situazione è intollerabile – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – non ci sono più certezze neanche sul pagamento degli stipendi, erogati con acconti e notevoli ritardi, mettendo in ginocchio le famiglie e creando una grave situazione di disagio e di fermento. Chiediamo all’azienda chiarezza sugli intenti e soprattutto sul piano che dovrà essere presentato a breve al Tribunale. L’azienda deve chiarire la situazione e riferirci le sue intenzioni”.
Tra l’altro l’azienda ha inviato delle lettere di conciliazione ai lavoratori per rinunciare ad alcuni diritti in caso di cessione, ma la Uiltucs ha inviato i lavoratori a non firmare nulla perché “qualsiasi decisione in caso di cessione dovrà passare da un tavolo sindacale al quale siederà anche l’acquirente, così come del resto prevede la legge”.
La società Distribuzione Cambria opera in Sicilia e Calabria e gestisce negozi nelle province di Palermo, Messina, Catania, Siracusa e Reggio Calabria con marchio Spaccio Alimentare e Iperspaccio e gestisce in alcuni centri commerciali la zona alimentare con esercizi a marchio “Fast chef” oltre all’attività di logistica e alle piattaforme ortofrutta e carni. La società ha intrattenuto per anni rapporti commerciali con la società Sma del gruppo Auchan, accumulando un debito nei confronti di Sma per merce non pagata. Da qui è nato un contenzioso fino a quando la società Cambria, al fine di scongiurare il fallimento, ha dovuto avviare la procedura per chiedere il concordato in bianco. Nel frattempo la società ha informato di essere in trattativa per affittare l’intero complesso aziendale con una società che gestisce catene alimentari in master franchising per Sma nella regione Puglia. I tempi si sono allungati e Cambria non è più riuscita a garantire il pagamento regolare degli stipendi mettendo in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie.
I sindacati hanno chiesto l’intervento del ministero dello Sviluppo economico che ha convocato le parti dove la posizione di Cambria è stata poco chiara. Sono arrivate infatti poche rassicurazioni circa la garanzia di tutti i livelli occupazionali e sull’affitto dell’intero complesso aziendale che rischia così di essere spezzettato mettendo in allarme sindacati e lavoratori. I sindacati hanno chiesto quindi al Mise di mantenere aperto il tavolo ministeriale per potere garantire il monitoraggio sulla situazione aziendale e i suoi sviluppi.
«Ad oggi – spiega il segretario provinciale della Fisascat Cisl, Salvatore D’Agostino – il gruppo non ha presentato nessun piano di investimento per il rilancio dell’economia aziendale anzi ha dettato tempi dilatati per l’erogazione degli stipendi al proprio personale a dispetto di quanto prevede il Contratto nazionale, aspetto che ha fatto crescere la preoccupazione per la sorte dei lavoratori dei punti vendita siciliani ed in particolare delle filiali di Milazzo e Giardini Naxos che hanno deciso di entrare in sciopero ad oltranza nonostante del tavolo ministeriale previsto oggi a Roma».
“Chiediamo che venga regolarizzato il pagamento stipendi, chiarezza sul futuro piano industriale, rispetto agli impegni che l’azienda può mantenere nel territorio, rispetto a qualsiasi eventuale trattativa con altri gruppi imprenditoriali” – conclude il segretario della Filcams Cgil di Messina, Francesco Lucchesi.