Come anticipato qualche giorno, in questo articolo, questo fine settimana sarà condizionato dalla risalita di un flusso di aria piuttosto tiepida per il periodo, direttamente proveniente dai vasti deserti dell’Algeria e della Libia occidentale. L’arrivo di queste masse d’aria, come anticipato, sarà accompagnato da una vasta nuvola di pulviscolo desertico, espulsa in mattinata dai deserti sabbiosi dell’Algeria meridionale e della Libia occidentale. Già in queste ore una parte di questa massa di pulviscolo desertico ha invaso i cieli della Sicilia, rendendo i cieli giallastri.
Una parte di questa polvere rischia pure di depositarsi al suolo con la pioggia (appena poche gocce), sporcando ogni oggetto presente all’aperto, dalle auto ai terrazzi e balconi. Quella che in queste ore sta interessando la Sicilia, è una intrusione di polvere desertica davvero molto intensa, caratterizzata da importanti concentrazioni di pulviscolo per metro quadrato. Alcune di queste particelle raggiungono dimensioni di 500 micron, ossia mezzo millimetro. Si tratta di particelle di polvere microscopiche, ma ben addensate fra loro e per questo capaci di arrossare i cieli e le nuvole, specie nelle ore che precedono l’alba o il tramonto, quando i contrasti cromatici diventano molto intensi.
In realtà questo fenomeno è più comune di quanto si pensi, in genere si manifesta con maggiore frequenza nei mesi primaverili e all’inizio dell’estate, anche se molto spesso può anche verificarsi in autunno o nel cuore della stagione invernale, quando l’Italia è attraversata da impetuosi venti di ostro e scirocco che risalgono direttamente dall’entroterra desertico algerino e libico. Sulle regioni dell’Italia meridionale e centrale, come per le isole maggiori, le nuvole di polvere provenienti dal Sahara si associano quando sull’entroterra nord-africano, fra l’area del Maghreb e la Tunisia e la Libia, si vengono a strutturare delle circolazioni di bassa pressione. Nel caso odierno l’arrivo di questa “scaldata” simil primaverile è da imputare alla discesa, sulla Spagna, di un vasto blocco di aria fredda, che dispensa nevicate diffuse, fin da quote prossime alla pianura fra Catalogna e Navarra.
L’aria molto fredda scivolata sulla Spagna raggiunge Gibilterra e le coste del Marocco, scaldandosi sensibilmente una volta arrivata a ridosso dei deserti del Maghreb. Da qui si genera una circolazione a gomito che fa risalire questa massa d’aria, ormai “surriscaldata” a ridosso delle latitudini sahariane, sotto forma di tiepidi venti dai quadranti meridionali (scirocco e ostro al suolo, libeccio in quota), caratterizzati da isoterme molto elevate, fino a +16°C a ridosso dei 1300 metri di altezza. Oltre ad aria più calda e meno densa, queste correnti meridionali di ritorno, passando sopra gli sterminati deserti algerini, tendono a sollevare anche grandi quantità di polvere verso l’alto.
L’irrompere da ovest di un fronte caldo, caratterizzato da masse d’aria umide in quota e più secche nei bassi strati, farà in modo che si genereranno delle leggere correnti ascensionali (tecnicamente “warm conveyor belt”), che spingeranno questi granelli di polvere alla stessa altezza delle nubi stratificate che fanno capo a questo fronte caldo. Ciò renderà queste nubi (altocumuli, altostrati) un po’ più gialle del solito. Le precipitazioni, anche se molto deboli, localmente si potranno avere solo poche gocce (causa presenza di strato di aria secca più in basso che farà evaporare parte delle precipitazioni), rischiano di depositare parte di questo pulviscolo al suolo e sugli oggetti presenti all’aperto (auto, tavoli, terrazzi, ecc).
Visto l’origine della massa d’aria che si verrà ad interessare nel weekend, e la presenza di ingenti quantitativo di pulviscolo in sospensione (in galleggiamento in uno spesso strato di troposfera, fra i 3000 e i 6000 metri di altezza), il consiglio è quello di aspettare l’arrivo della nuova settimana per lavare macchine, balconi, terrazzi. L’inizio della nuova settimana vedrà, dopo il caldo di lunedì 11 gennaio, un nuovo cambio di circolazione, con l’afflusso di masse d’aria più fredde, d’origine atlantica, che faranno abbassare le temperature, riportandole su valori più tradizionali per il mese di gennaio.
In molte località si potranno superare i +22°C +24°C, specie lungo le coste tirreniche, fra messinese e palermitano. Ma non si dovrebbero battere i relativi record di caldo mensili, visto che non si dovrebbe andare oltre i +24°C +25°C in qualche località della costa tirrenica (specie sul palermitano). Ricordiamo che il record di caldo europeo per il mese di gennaio sono i +29.8°C di Palermo. Per Messina il record di caldo di gennaio risale al 29 gennaio 1979, quando si registrò una temperatura massima di +24,6°C. Poche settimane dopo sulla città dello Stretto arrivò una grossa ondata di freddo che portò storiche nevicate, con accumulo, fino a livello del mare.