Lunedì 31 ottobre D’Alia dichiara a Tempostretto, in un’intervista alla nostra testata sulle tematiche messinesi: “L’Udc è morta”. E il segretario nazionale Cesa coglie la palla al balzo e lo sospende, deferendolo anche ai probiviri.
In verità a dichiarare la guerra al leader siciliano era stato proprio Cesa, sin dai mesi scorsi, sconfessando i congressi siciliani dei ribelli, mandando nell’isola commissari, e virando palesemente verso il centro-destra, ritrovando alleati in Miccichè,Romano e l’area cuffariana.
In vista del referendum mentre tutto il partito, che è alleato di Renzi,vota sì, gli uomini di Cesa sono per il no e preparano a strada al divorzio.
La guerra quindi era palese e durava da diverso tempo. I toni si sono inaspriti proprio per il Referendum, con il presidente nazionale del partito D’Alia che ha organizzato numerosi eventi in Sicilia per il sì.
Proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione delle iniziative siciliane D’Alia ha rilasciato a Tempostretto le dichiarazioni “incriminate” a proposito di un partito che ormai è al centro di una vera e propria contesa (leggi qui e in allegato l’intervista).
A distanza di un giorno il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, probabilmente cogliendo la palla al balzo ha diramato un comunicato: “Cesa sospende dal partito D'Alia, sue frasi ledono immagine partito. Il Segretario nazionale dell'UDC Lorenzo Cesa sospende a titolo cautelativo dal partito e deferisce al Collegio dei proibiviri l'Onorevole Gianpiero D'Alia per le gravi affermazioni lesive dell'immagine del partito e offensive nei confronti dei suoi 50.000 iscritti ("l'Udc è morta, stiamo parlando del nulla…"), frasi rese note da quest'ultimo a Tempostretto nei giorni scorsi. Lo comunica l'Ufficio stampa nazionale del partito”.
Immediata la replica di D’Alia: “Confesso che è abbastanza inebriante essere sospeso dal nulla. Per amicizia verso l’onorevole Cesa, mi prodigo per evitargli nuovi strappi sul fronte della legalità statutaria e gli rassegno volentieri le mie dimissioni. Se mi fornisse l’indirizzo a cui inviarle, gli sarei infinitamente grato”.
La decisione di Cesa scatena la rivolta nell’isola, ed il primo a mandare un messaggio di fuoco è il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che di certo non le manda a dire. Il messaggio è indirizzato ai parlamentari Udc Rocco Buttiglione e Paola Binetti: “Un partito che in Sicilia stringe rapporti con cocainomani e mafiosi… sospende una persona per bene come D'Alia, senza vergogna alcuna. Dispiace il vostro assordante silenzio". Firmato Giovanni Ardizzone. E' l'sms al vetriolo inviato questa sera, come apprende l'Adnkronos, dal Presidente dell'Assemblea regionale siciliana ai due colleghi di partito, molto conosciuti per la loro religiosità. Lo scontro quindi si fa più aspro ed è più che probabile che nelle prossime ore scenderanno in campo i deputati siciliani che hanno scelto di stare al fianco del leader messinese
Dura reazione anche da Adriano Frinchi, segretario Udc in Sicilia, non riconosciuto da Lorenzo Cesa che ha commissariato il partito nei mesi scorsi, aprendo una profonda frattura con la classe dirigente siciliana: “Cesa è da lungo tempo segretario dell'Udc: mi pare non abbia mai preso provvedimenti così pesanti nei confronti di cocainomani e condannati per reati gravi, lo fa invece per un politico per bene come D'Alia. Questo la dice lunga sui parametri politici di Cesa. Siamo sgomenti".
Rosaria Brancato