La UilFpl non molla, anzi tira dritto e rilancia. Dopo l’annuncio della querela che il direttore generale del Papardo-Piemonte Michele Vullo ha intenzione di presentare nei confronti di Giuseppe Calapai, segretario provinciale e Mario Macrì, coordinatore provinciale area medica, i sindacalisti non si fermano.
“Ci dice calunniatori perché denunciamo cose vere, denunciamo violazioni di legge,raccontiamo quel che accade, facciamo quel che il mandato sindacale prevede- commenta Giuseppe Calapai- e allora se è così lo faremo ancora di più”. E se sul fronte Regione non indietreggiano di un passo e sarà adesso direttamente la Uil regionale a chiedere all’assessore Borsellino un’ispezione al Papardo per la vicenda oncologico, continuano imperterriti a segnalare quel che non va. Se arriverà la querela la fronteggeranno ma nel frattempo si sono rivolti anche ad un legale per le tutele del caso.
Intanto sul tavolo della conferenza stampa, ma soprattutto sui tavoli di Procura,Guardia di Finanza e Borsellino arriva una nuova denuncia: scoppia il caso della Maddalena,proprio alla vigilia di Pasqua.
“Il manager- spiegano in conferenza stampa- con delibera n°136 del 26 febbraio 2015 “variazione in aumento della fornitura continuativa di radio farmaco 18F-FDG-Società La Maddalena Spa 1/3/2015-21/11/2015. Approvazione nuovo quadro di spesa” ha impropriamente definito come rinnovo di una Convenzione l’affidamento diretto di una nuova fornitura alla società”.
La Convenzione, ribadiscono Calapai i Macrì c’è, ma la delibera in questione e che stanzia 174.474 mila euro iva inclusa non tiene in considerazione quanto stabilisce la legge in materia di affidamenti per prestazioni di beni e servizi (D.lgs N°163/2006 e D.P.R. n°207/2010) che prevedono la soglia dei 40 mila euro per forniture e affidamenti, oltre le quali è obbligatoria la gara d’appalto.
“Ricordiamo non solo che in base al codice degli appalti si può procedere solo per forniture inferiori ai 40 mila euro-ribadiscono Calapai e Macrì- ma che oltre quella cifra l’affidamento deve avvenire nel rispetto di massima trasparenza, rotazione, parità di trattamento previa consultazione di almeno 5 operatori economici. Gli affidamenti inoltre in questo caso devono essere pubblicati sul sito aziendale e nel sito regionale dell’assessorato alla sanità. In questo caso la cifra è stata incrementata ad un punto tale che sarebbe stato corretto interpellare altre aziende per verificare se qualcuno avesse voluto presentare un’offerta vantaggiosa e comunque avviare una procedura concorsuale. L’azienda giustifica l’aumento sostenendo che La Maddalena fa uno sconto del 5%,ma chi ci dice che altri non avrebbero potuto fare di meglio? Per non parlare poi di un aumento nella quantità del farmaco che si basa solo su previsioni relative a prestazioni che saranno effettuate sempre con la stessa apparecchiatura e con lo stesso personale, quindi non si comprende perché l’unica forma di incremento riguarda il mezzo di contrasto e non anche il resto. Ma la cosa che più ci preme sono le regole di trasparenza in materia di affidamenti,quelle devono essere rispettate”.
Si apre quindi un nuovo terreno di scontro tra Uil e manager Vullo dopo le precedenti battaglie sui vari fronti,dal caso Deloitte al caso 007, passando per la vicenda dell’appalto per la mensa “la fattura da 24 mila euro per affidare alla Federsanità la predisposizione della gara d’appalto non è stata ancora pagata a lo stesso dg Restuccia del Policlinico ha detto chiaramente di non aver mai autorizzato la procedura” spiega ancora Calapai,o ancora la denuncia all’Anac per le selezioni per le posizioni organizzative o la condanna del manager per comportamento antisindacale in merito al caso del Fondo di contrattazione decentrata. Infine, ultima in ordine cronologico, la vicenda della convenzione con Università e Policlinico per l’oncologico del Papardo, e sulla quale la UilFpl chiede da giorni risposte “non stiamo parlando di sprechi o sviste, qui stiamo parlando della salute dei cittadini,è una questione di vitale importanza. E’ stato sostituito un oncologo con un patologo ed il reparto si trova con minore assistenza, e i 28 mila euro mensili stanziati appositamente per assistenza, ricerca e consulenza, vengono pagati nonostante il medico sia stato spostato negli uffici dello staff”. La convenzione, attivata negli anni scorsi (e che ha preso il posto di chi ha a lungo sognato al Papardo il polo oncologico d’eccellenza salvo poi trovarsi,in era Lombardo, soltanto un reparto inaugurato in pompa magna), prevedeva l’assegnazione in comando dal Policlinico al Papardo di 3 dirigenti medici e 4 ricercatori, tutti provenienti dall’Unità operativa di oncologia medica. Il 25 settembre con delibera n° 206 il direttore generale del Policlinico, su richiesta del professor Buda, ha disposto il suo rientro dal comando assegnando contestualmente e sempre in comando il dottor Nicocia, dirigente responsabile dell’Uos formazione del Policlinico “per svolgere attività assistenziale” all’oncologico del Papardo così come previsto dalla convenzione.
“Vullo-spiega la Uil- con delibera n° 165 del 26 settembre invece di assegnare Nicocia all’oncologia per svolgere appunto attività assistenziale lo ha distratto dai compiti previsti dalla convenzione per assegnarlo al coordinamento degli staff aziendali, abbattendo i livelli assistenziali con grave nocumento di soggetti particolarmente fragili”. Insomma, nelle segnalazioni della Uil,a conti fatti, è stato “sottratto” un oncologo dal reparto per sostituirlo con chi poi è stato dirottato in amministrazione, con conseguenze sia sul piano dell’assistenza che su quello della convenzione stessa. Lo stesso Restuccia ha chiesto maggiori lumi sull’utilizzo del dottor Nicocia che è stato comandato al Papardo per sostituire Buda in oncologia ed è finito al coordinamento staff aziendale.
Ancora una volta la UilFpl chiede l’intervento della Regione e la rimozione del manager e attraverso la Uil regionale ha trasmesso una richiesta alla Borsellino, proprio per il caso dell’oncologia,per un’ispezione al Papardo.
Un nuovo atto nella guerra tra sindacato e manager scoppiata nella scorsa estate per la vicenda della chiusura del Piemonte.
Rosaria Brancato