Oggi gli ex Cea brindano ai nuovi contratti che per i prossimi due mesi li collocano all'Amam dopo anni di attesa. La soluzione che l'amministrazione ha trovato per questi lavoratori ha portato a Palazzo Zanca tutti gli altri in attesa di ricollocazione.
Gli ex Cea firmano i contratti e dopo anni di battaglia ritrovano un posto di lavoro. Tutti gli altri “ex” che in qualche modo hanno lavorato con il Comune o per suo conto adesso chiedono lo stesso trattamento. Perché era quasi inevitabile che se da un lato ci sono 15 lavoratori che festeggiano il successo, dall’altro ce ne sono altri che devono continuare ad aspettare in una sorta di limbo da cui non si riesce a uscire. Infatti oggi a Palazzo Zanca la via Crucis degli ex Feluca, ex Agrinova, dei dipendenti dell’Ato3. Tutti in qualche modo attendono una ricollocazione, scoprire che per gli ex Cea che si occupavano di manutenzione strade oggi si sono aperte le porte dell’Amam non è andata giù. Nessuna guerra tra poveri, i lavoratori non vogliono questo perché si rendono conto di essere tutti sulla stessa barca e di aver tutti bisogno di lavorare per portare il pane a casa. Vogliono solo sapere perché per i 15 ex Cea la soluzione è stata trovata, nonostante non ci siano i contributi regionali previsti per gli ex Lsu che rappresentavano l’unica differenza tra loro e gli altri.
Oggi gli ex Cea hanno firmato i contratti di lavoro che da domani li portano all’Amam fino a dicembre, nella speranza poi di avviare un percorso di stabilizzazione. Soddisfazione è stata espressa dalla Fillea Cgil che fin dal principio ha sostenuto questa vertenza. Il segretario Daniele David ripercorre le tappe salienti della vicenda, iniziata ormai parecchi anni fa: “Per loro, provenienti dal bacino Lsu, era stato sottoscritto un apposito protocollo in Prefettura nel lontano 2007 in cui il Comune si impegnava – in cambio alla loro fuoriuscita da quel bacino – a garantire una continuità occupazionale nel servizio di cura delle strade. Un percorso però interrotto nel 2010 a causa della cronica mancanza di risorse per la manutenzione e che, nel novembre 2011, riportò – con apposita concertazione sindacale presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro – questi operai nelle cd “liste speciali” per gli Lsu esclusi, loro malgrado, dai processi di stabilizzazione. Inutile ricordare come le passate amministrazioni abbiano evitato di riconoscere le responsabilità assunte dall’Ente solo qualche anno prima, malgrado (nel marzo 2013) una nota dell’Assessorato Regionale al Lavoro confermasse che i lavoratori inseriti nella lista speciale, in quanto Lsu, beneficiassero del trattamento previsto dalla normativa di riferimento. Nel giugno scorso, invece, una Delibera di indirizzo della Giunta ha riconosciuto le responsabilità dell’Ente contenute nel Protocollo sottoscritto in Prefettura e apre una strada che oggi giunge alla sua concretizzazione”.
Per il sindacato quello di oggi è un segnale importante, al quale ha contribuito la determinazione dei lavoratori, l’attenzione della Giunta ed in particolare dell’Assessore De Cola, che ha accompagnato questa vertenza anche dentro una fase di grandissima tensione, e la linearità tanto delle procedure amministrative quanto della pratica sindacale. La battaglia però non si ferma. Per la Fillea Cgil la vertenza resta aperta fino a quando non si arriverà alla stabilizzazione.
“Le coordinate di questa vertenza sono state il concetto di uguaglianza (che significa adottare comportamenti diversi nei casi diversi), il conflitto, il vissuto di questi operai e la loro unità.
La lotta per il diritto al lavoro per tutti, come unica vera via di uscita dalla crisi, continua e dovrà sempre più diventare, anche attraversando una nuova stagione di conflitti sociali, il cuore dell’agenda politica in questo territorio come in tutto il paese ha commentato Daniele David.
Da un lato, quindi, un obiettivo centrato. Gli altri però a questo punto pretendono delle risposte. Glie ex Agrinova negli anni si sono occupati della manutenzione del verde del Gran Camposanto, nel 2009 ci fu una protesta durissima, poi sono transitati in altre cooperative, dopo mesi di attesa sono tornati a lavorare il 1 agosto e sono “coperti” fino al 30 novembre, grazie ad affidamenti del servizio della durata di due mesi. Nella totale incertezza economica e occupazionale ricordano che da quasi vent’anni lavorano per il Comune che li ha sempre usati coome “tappabuchi” per i servizi più disparati. Oggi vorrebbero lo stesso trattamento degli ex Cea, sono andati al Comune a chiederlo direttamente al Sindaco, all’assessoe Signorino e al segretario Le Donne, anche perché proprio l’amministrazione aveva promesso un intervento in loro favore lo scorso mese di febbraio.
Poi ci sono gli ex Feluca. Ancora in attesa della creazione della NewCo o di qualsiasi altra soluzione pur di tornare a lavorare, gli ex addetti ai servizi informatici del Comune da mesi bussano a tutte le porte per avere risposte. Finora tante rassicurazioni e poco più di due mesi di lavoro, prima all’Amam e poi al Dipartimento Tributi. Il loro contributo è stato elogiato con carte alla mano, soprattutto quello svolto ai Tributi per fronteggiare l’evasione, ma non hanno mai preso un centesimo e soprattutto si sono visti “scavalcare” dai Cea, anche se l’assessore Signorino ha garantito che i percorsi di assorbimento all’Amam non cozzano l’uno con l’altro.
I lavoratori Ato3, non ancora ex perché fino a dicembre ci sarà l’ennesima proroga regionale,sperano di essere trasferiti all’Amam e a Palazzo Zanca si lavora in questa direzione. Temono però un “sovraffollamento”, ipotesi che di certo non farebbe bene a nessuno, soprattutto da chi aspetta da anni.
L’attenzione deve dunque rimanere altissima. Sarà certamente così quella dei lavoratori che pagano sulla propria pelle gli errori della politica. Dovrà essere tale anche quella della politica che dovrà spiegare a tutti qual è il percorso che questa amministrazione sta potando avanti.
Francesca Stornante