“Quando la Cartour effettuò la prima corsa, all’una di notte di anni fa io ero lì sul molo Norimberga a protestare. Solo, perché era l’una di notte. Gli operatori mi videro e dopo un po’ venne Vincenzo Franza e mi chiese che facevo lì. Ho risposto: sono qui perché sono indignato. Lui replicò: ma non sei a favore delle autostrade del mare? Ed io risposi: io contesto il molo non le autostrade del mare. Da allora non ho cambiato idea. Sono coerente”.
Il tempo non è passato e Accorinti e Franza sono di nuovo uno di fronte all’altro, come quella sera del 2006 al Norimberga, ma nel frattempo il contestatore è diventato sindaco e l’armatore nei giorni scorsi ha presentato l’ennesimo ricorso al Tar contro l’ennesima ordinanza anti-tir. Entrambi coerenti nelle loro posizioni ed entrambi decisi e non mollare fino alla fine della partita.
Anche questa volta, con l’istanza inoltrata dalla società in merito all’ordinanza sindacale n°159, che scade a fine settembre, Accorinti tira dritto, del resto, ribadisce, “noi il passo indietro l’abbiamo fatto proprio con questo provvedimento, inserendo le due finestre al libero transito per i tir esattamente come ci richiedeva il Tar con la sospensiva. Abbiamo scelto quegli orari perché le persone sono a casa. Mi sembra d’aver equilibrato i diversi interessi, la qualità della vita dovrebbe essere al primo posto per tutti. In ogni caso non ci fermiamo lo deve dire il Cga che i tir possono circolare come e quando vogliono. Mi gioco tutto fino alla fine, fino all’ultimo grado di giudizio. Se il Cga ci dirà che abbiamo sbagliato almeno io saprò che ho fatto tutto quello che potevo. Il mercato non può essere sopra l’uomo. Non possono venire prima gli orari delle corse Cartour e poi i diritti dei messinesi”.
Le carte sono state affidate, come quelle per gli altri ricorsi all’avvocato Merlo, e nel frattempo, il 24 settembre, ci sarà il primo round, quello relativo al primo ricorso ed al provvedimento di luglio. Nei prossimi giorni i giudici amministrativi si esprimeranno, con ogni probabilità, anche sulla richiesta di sospensiva avanzata dal gruppo Franza all’ordinanza n°159, paventando ulteriori danni economici.
“Io sono stato coerente. Venti anni fa scrissi una lettera aperta alla società. Era un volantino, c’era scritto: Cara Olga, tu sei la presidente dell’Airc, l’associazione italiana per la ricerca contro il cancro, non basta vendere azalee per pulirsi la coscienza. Ecco, sono lo stesso di allora, le conseguenze non sono solo quelle immediate, ci sono anche i danni provocati dall’inquinamento”.
Da una decisione del Tar ad un’altra c’è anche la vicenda isola pedonale, anche in questo caso finita al centro di un ricorso nei confronti di un provvedimento che cesserà di avere effetto il 30 settembre. Ma stavolta il Tar non ha concesso la sospensiva ed ha semplicemente fissato l’udienza ad ottobre, quando di fatto l’isola in via dei Mille sarà chiusa.
“Così come per la vicenda tir ribadisco che i ricorsi sono legittimi ed è giusto che chiunque si ritenga leso ricorra al Tar- prosegue il sindaco- Quando a Taormina hanno istituito l’isola pedonale nel corso Umberto i commercianti hanno protestato. Oggi guai a chi la tocca. Anche a Messina dobbiamo dare il tempo di “assoribire” l’idea e sarà così per tutti”.
Accorinti va oltre e pensa di proporre nei prossimi mesi che i Consigli di circoscrizione possano valutare l’ipotesi di realizzare aree pedonali all’interno del territorio di loro competenza, da Giampilieri a Torre Faro. Quanto al destino dell’isola pedonale in centro ogni decisione dovrà passare dalla massima concertazione, “ma quello che vorrei è che non venissero mortificati i commercianti di via dei Mille che l’isola l’hanno sostenuta per anni, sin da quando Elvira Amata era assessore e tagliava il nastro inaugurale”.
Rosaria Brancato