Il maestro Fogliani ai vertici del Teatro: “L’orchestra non è la cucina del Mac Donald”

Continua la querelle al Vittorio Emanuele dopo la rinuncia del Maestro Antonio Fogliani alla direzione musicale del Rigoletto di Verdi, in programma il 19,21 e 23 marzo. La rinuncia all’incarico è stata seguita da una serie di prese di posizione, da una parte e dall’altra. Da un lato infatti si è registrata la replica del Cda e del direttore artistico Lorenzo Genitori, dall’altra quella di 4 sigle sindacali Cgil, Uil, Cisal e Sidars che hanno espresso solidarietà a Fogliani. Oggi arriva una nuova precisazione del Maestro che ripercorre le varie tappe sin da quando, il 14 dicembre scorso è stato contattato dall’Ente per dirigere l’opera di Verdi.

“Due mesi dopo, il 19 febbraio,- racconta Fogliani– ho ricevuto una bozza di contratto che riportava non i miei dati personali ma quelli relativi ad una mia collega, la carissima Elisabetta Maschio, un ulteriore esempio di sciatteria esplicativo di un modo superficiale di agire che non rispetta gli artisti. Ho quindi chiesto delle modifiche che mi sono state inviate per fax il 26 febbraio, a pochi giorni dall'inizio del mio contratto, due mesi e mezzo dopo il mio ingaggio. Per spiegare l’assurdità di tutto ciò, basti pensare che questo fine settimana ho firmato due contratti per il 2014 e uno per la stagione 2015.”

Il direttore d’orchestra messinese aggiunge che è riuscito ad avere informazioni sul cast del Rigoletto solo un mese fa e dopo una sua specifica richiesta. Ma ad esempio, in occasione del concerto di Capodanno 2012, da lui diretto, il contratto lo ha potuto firmare solo nell’intervallo…

“Io ho rinunciato a un compenso di 12.000 euro lordi, effetto di una decurtazione del 50% rispetto ai miei standard e fatta per venire incontro ai tagli regionali. Lor signori si sono ridotti i propri emolumenti a seguito dei tagli? Il direttore artistico, visto che ha ridotto i titoli in cartellone a sole due opere liriche ed avendo programmato meno di 40 giornate lavorative per l’ orchestra ha fatto richiesta di ridursi i suoi 40.000 euro lordi annui? Se così fosse, porrei le mie scuse”

A proposito di tagli Fogliani aggiunge anche d’aver fatto risparmiare l’Ente trovando un Maestro di palcoscenico tra i suoi allievi, Jacopo Brusa attualmente maestro collaboratore presso il Teatro Fraschini di Pavia, e che sarà retribuito con 1.200 euro (lordi) rispetto ai 3.200 previsti per lo stesso ruolo. Il maestro trova poi strano che un direttore artistico come Genitori, secondo quanto da lui stesso affermato, il 27 febbraio non era ancora in grado di conoscere la composizione dell’orchestra.

“Complimenti! Se un direttore artistico non sa chi suonerà nella sua orchestra da qui a una settimana o risolve il problema prima o si deve dimettere”.

Nella nota diramata nel pomeriggio il direttore d’orchestra ribadisce le motivazioni che l’hanno spinto a rinunciare e cioè l’assenza di comunicazione con la dirigenza nonché la mancanza di attenzione riscontrata nei confronti degli artisti e dell’opera.

“Il C.d.A. afferma una cosa artisticamente grave; secondo loro l’orchestra è come la cucina del Mac Donald’s: se mancano due addetti alla frittura delle patatine ne prendiamo altri due (meglio se senza lavoro: la loro coscienza padronale sarà più tranquilla). Non sanno cosa voglia dire “essere orchestra”. Non sanno che la magia del suonare insieme si costruisce col tempo e che se cambia il primo oboe cambia il suono dell’orchestra. Ma Genitori è un musicista e il suo silenzio è preoccupante per chi della Musica ne ha fatto una ragione di vita. Sono felice che le mie parole abbiano fatto uscire allo scoperto il pensiero di Lorenzo Genitori, fino ad oggi in silenzio per quello che riguarda le sorti della sua orchestra e del teatro. Ho riconosciuto in lui doti di notevole inventiva nel programmare le stagioni di qualche anno fa. Se solo avesse alzato la voce adesso, forse anche entrando in conflitto con la dirigenza del teatro, io sarei stato suo alleato e sostenitore. Noi siamo colleghi: condividiamo l'amore per la Musica. Perché siamo così lontani adesso? Volevo dal direttore artistico solo il supporto e la garanzia di lavorare bene. Rigoletto è un titolo che ho portato al successo in teatri come il San Carlo di Napoli, Liegi, Mosca

Stare nella stanza dei bottoni può spesso far perdere il senso della realtà: chi è abituato a “comandare” pensando di non dover rendere conto ad una pubblica opinione commette spesso errori di valutazione. La mia è una critica legittima all’operato della dirigenza del Teatro, che è un operare pubblico, pagato con i soldi pubblici e quindi soggetto ad un pubblico rendiconto. Sono finiti i tempi delle personalità intoccabili. Reputo questa un'occasione perduta dove ancora una volta la Cultura è stata piegata a logiche e giochi di politica”

Rosaria Brancato