Politica

Hyerace vs Russo-Leanza ma al Pd serve un conflitto d’idee

di Marco Olivieri

MESSINA – Se già il Pd è un partito da ricostruire o costruire in Italia, figuriamoci a Messina. Se già la sinistra deve ritrovare le sue ragioni fondative e tornare a “vivere” nel mondo, figuriamoci nella disastrata città metropolitana messinese. Di conseguenza, i due candidati alla segreteria provinciale del Partito democratico, Armando Hyerace e Alessandro Russo, dovrebbero dire “stop” a stucchevoli polemiche e concentrarsi sul duro compito che spetta loro. Compito immane, quello di rianimare un partito “che non c’è” a Messina e in provincia. Una funzione che dovranno avere sia il vincitore sia lo sconfitto. Perché in un vero partito ci si confronta,. si combatte e ci si divide, ma poi si fronteggia, insieme, maggioranza e opposizione, gli ostacoli. E si intercettano le opportunità e potenzialità.

Il rischio è che prevalgano facili conflitti. In vista del congresso e dell’elezione di ottobre, si ha bisogno invece di visioni e idee contrapposte. Di un dibattito delle idee che tracci la strada per un futuro del Pd non più marginale. Se tutto si riduce alla contrapposizione tra Hyerace, sostenuto dal grosso del partito messinese e da Domenico Siracusano, futuro presidente dell’Assemblea, e Russo, come candidato del deputato regionale Calogero Leanza, non si fa un passo in avanti.

Hyerace: “Con Russo il Pd tornerebbe a essere un partito con un cognome”

La polemica si è scatenata sui social. Ha scritto Hyerace, rivolgendosi a Russo: “Io consigliato male? Caro amico mio, a proposito di cattivi consiglieri, ti do io un consiglio non richiesto: il ruolo del rottamatore lo ha già recitato e lo hai fatto da dirigente di primo piano del Pd. Cambia un po’ il tiro perché il renziano (ormai sbiadito) come personaggio è decisamente demodè. E un social influencer al top lo dovrebbe capire da sé. Se poi vogliamo parlare di “potenti alle spalle”, vabbè no, non ne parliamo. Sarebbe abbastanza crudele sottolineare la palese evidenza! E se l’obiettivo di “ricostruire” il Pd è farlo tornare a essere un partito con un cognome, come in passato è già accaduto, lo stai raccontando benissimo. Anche se nella photo courtesy per la stampa non si vuole aggiungere nessun deputato (uno ce n’è!). Noi invece questi siamo e le facce ce le mettiamo, senza doverci preoccupare che, un giorno, potrebbero rimanere come scomoda traccia nell’indelebile archivio del web. Amico Alessandro, mi sa che quello mal consigliato sei tu. La politica è politica. Non è marketing o social media-wow”.

La polemica sul ruolo di Leanza e il rischio della personalizzazione

Se Hyerace e Siracusano pensano che Leanza possa essere un “nuovo” Francantonio Genovese, padrone del partito, lo dicano esplicitamente. O temono una “riproposizione” stile Pietro Navarra, ex parlamentare percepito come un corpo estraneo da una parte del Pd messinese? Questo tipo di attacco, se ben argomentato, potrebbe avere un valore politico. Ma il rischio è di personalizzare troppo la sfida e perdere di vista il senso ultimo di una candidatura che deve essere protesa a rianimare il “morto” e radicarlo davvero nei territori.

In sostanza, si tratta di due candidati preparati e che possono andare oltre sterili frecciate e slogan. Fuori dalle stanze logore della politica c’è tutto un mondo con il quale confrontarsi. E la voce del Pd manca da troppo tempo.