MESSINA – La parola agli esercenti del centro, nella zona dell’isola pedonale del viale San Martino: “A queste condizioni, senza parcheggi e iniziative, l’isola pedonale ha senso solo sabato e domenica, purché si aprano tutte le parallele. Ma non è l’isola che ci fa paura, bensì la futura Ztl, Zona a traffico limitato, che sarà una gabbia: la morte del commercio. Per rimediare a quest’emergenza, le future scelte di programmazione amministrativa dovranno essere concordate con noi”. Sono 45 gli iscritti, con tanto di statuto, al Comitato commercianti, e in una sessantina partecipano alle riunioni. Dato il tema caldo dell’isola pedonale e la posizione netta che Tempostretto ha assunto sul tema, pur nel rispetto di ogni opinione, un rappresentante del Comitato risponde alle nostre domande.
Preferisce esprimersi come associazione, senza mettere in risalto il singolo nome: “In origine noi abbiamo scritto al Comune dicendo che non eravamo contrari all’isola. Ma auspicavamo un’isola pedonale degna di questo nome e non una strada chiusa. Per farla al meglio ci volevano determinate condizioni: parcheggi, attrazioni, apertura delle parallele. Nel primo incontro con l’asssessore e vicesindaco Mondello noi abbiamo invitato l’amministrazone a fare tutto quello che servirà per fare decollare l’isola, compresi i parcheggi multipiani al “Fosso” e al viale Europa, e noi saremo d’aiuto. Dato che, invece, in assenza di queste strutture e attività, l’isola non ha senso, abbiamo proposto di farla solo sabato e domenica, con tutte le parallele aperte”.
Continua il rappresentante del Comitato commercianti del centro: “Dopo 50 anni di storia, che il messinese è abituato in una determinata materia, tu non puoi, dall’oggi al domani, senza una programmazione, chiudere una strada. L’assessore Mondello aveva accolto il nostro grido di dolore. Dopo il successo del periodo natalizio, con l’isola pedonale ogni giorno, abbiamo registrato un calo di fatturato da gennaio con percentuali variabili dal 40 al 60 per cento. Dopo un sì iniziale di Mondello, la Giunta, però, tornò indietro e mantenne l’isola ogni giorno, aprendo solo le traverse per parcheggiare. Altro flop perché, dallo studio che hanno fatto i nostri tecnici, in via Camiciotti vanno a posteggiare solo tre auto per una serie d’esigenze. Abbiamo per questo deciso di fare un passo indietro, rispetto all’isola, e io non le so dire allo stato attuale se sono favorevole o contrario a essa perché prima vogliamo conoscere il piano progressivo, il progetto comunale”.
L’esponente del Comitato insiste sulla “pericolosità della Ztl”: “Ancora peggio rispetto all’isola. In una città come Messina, una zona a traffico limitato più grande di quella di Roma o Milano non può esistere e sarà la tomba di noi esercenti. Noi stiamo difendendo il pane nostro e dei nostri figli. Noi abbiamo chiesto al sindaco Basile, nell’incontro di giovedì, alcune misure per noi fondamentali: l’apertura delle perpendicolari perché allo stato attuale come viabilità non abbiamo concluso nulla; la possibilità di vedere e valutare il progetto complessivo, suggerendo eventuali modifiche; garanzie riguardo ai cantieri, che durano davvero troppo, e l’apertura dell’isola solo nel fine settimana. Quando il viale San Martino, come annuncia il sindaco, persona garbatissima, vedrà tutto piastrellato, quanto tempo ci vorrà? Stiamo ancora attendendo la fine dei lavori a piazza Cairoli. Se impiegano, per il viale, due o tre anni, noi abbiamo già chiuso. Comune e Comitato possono lavorare insieme per vedere se si possono fare delle varianti e si deve creare un organismo che vigili sugli stessi lavori. Il tempo che loro aprono i cantieri noi siamo morti. Già giovedì 11 maggio ha chiuso il primo sul viale San Martino”.
Lo stesso rappresentante degli esercenti, “ci chiamano putiari ma io sono orgoglioso d’esserlo”, riconosce che, dopo l’ottimo risultato commerciale nel periodo natalizio (“Abbiamo lavorato tutti”), le cause della flessione dal 40 al 60 per cento sono molteplici e di certo non imputabili solo all’isola pedonale. La vendita online, l’inflazione, la crisi economica, la guerra si aggiungono all’ecatombe, per numero d’inoccupati, che opprime Messina. Aggiunge l’esponente del Comitato: “Avevamo chiesto che dopo il 6 gennnaio l’isola fosse solo nel fine settimana per fare abituare le persone. Ormai le persone non vengono più in centro. Si sono disabituate. Le cose si fanno gradualmente. Non è che tu puoi decidere, perché hai 29 milioni di euro da spendere, di creare l’isolamento. Un’isola nel deserto dal lunedì al giovedì. Qua sono a rischio dai 200 ai 300 posti di lavoro. Non a caso io ho raccolto in dieci minuti tremila firme contro l’isola. Va considerato pure l’elemento della sicurezza, con il tram in mezzo. L’altro giorno giocava un bambino con la palla: è una situazione pericolosa”.
Come giornale continuiamo a essere favorevoli, come abbiamo già espresso, alle isole pedonali, alle Ztl e a tutto ciò che possa favorire una città a misura di pedone e di ciclista. Questo non significa non ascoltare le ragioni di tutti affidando poi alla politica il compito di fare sintesi nell’interesse generale. A nostro avviso la strada giusta, per essere sintetici, è quella del potenziamento del trasporto pubblico e di riempire d’iniziative questi spazi riconquistati dalla città.