MESSINA – In terza commissione consiliare, presieduta da Emilia Rotondo, si è tornati a parlare di I-Hub, per fare chiarezza su cosa succederà adesso, a metà delle demolizioni e con una progettazione ancora da completare. Ospiti sono stati l’assessore Salvatore Mondello e l’architetto Pasquale Tripodo.
È stato Mondello il primo a parlare: “L’I-hub assume il ruolo di cerniera in una zona a ridosso della portualità. A suo tempo era stata inserita l’area a ridosso della Zes, anche se poi la strategia è cambiata. Le macroaree sono due: la demolizione e le progettualità future. Si è scelta la modalità della ristrutturazione urbanistica, con la demolizione e la ricostruzione. La fase di demolizione ha già visto la demolizione di due fabbricati, i mercati generali e il mercato ittico, mentre bisognerà passare da una nuova fase di appalto integrato per gli ex silos e la casa del portuale. Poi si passerà alla progettualità. Si è registrato un cambio di paradigma perché in seno alla Giunta abbiamo deciso di formulare un bando di progettazione internazionale supportati dall’Ordine degli Architetti. Bisogna puntare sulla qualità dell’architettura che si andrà a costruire visto che parliamo di una cartolina, un biglietto da visita. Da un lato la stretta qualità dell’architettura, dall’altro la funzionalità”.
Poi Tripodo: “Abbiamo esitato il secondo progetto di fattibilità tecnico-economica per acquisire la casa del portuale. Potevamo solo demolirlo ma abbiamo dovuto adeguare la progettazione per poter riutilizzare tutto in una fase successiva. Stiamo elaborando il bando per l’appalto integrato e potremo concludere attorno a marzo anche con le fasi operative. Contestualmente stiamo procedendo per la fase di edificazione e costruzione. Ma puntualizzo l’origine dei fondi: sono stati usati i Pon Metro, poi i Poc Metro per le prossime demolizioni, e infine si useranno i fondi di programmazione 21-27 per la fase successiva”.
E ancora Mondello, dopo gli interventi di Dario Carbone (FdI), Antonella Russo (Pd) e Giuseppe Schepis (Basile sindaco): “L’area ha una rilevanza strategica e sicuramente l’avvento della Zes unica ha rimodulato un po’ la questione, ma la funzione sarà dettata dalle linee guida del Dip, il documento di indirizzo alla progettazione. Si è sempre parlato di una funzione polivalente con una prevalenza dell’aspetto tecnologico. Pensiamo ad aree co-working ma anche a sale congressi e zone simili. La collaborazione con Unime nasce da un bando precedente, che richiedevano requisiti legati a ricerca e innovazione. Nel Dip sono state inserite funzionalità che derivano da progettualità condivise tra Comune e Unime. Ricordiamoci anche che alle spalle di questa area ci sarà un polo universitario e che c’è sempre il Cavallotti che beneficerà di migliorie in campo energetico e avrà un ruolo centrale. La titubanza dell’amministrazione nasceva dal capire come modulare una mole importante di finanziamenti. Le funzioni avranno prevalenza nell’ambito tecnologico ma puntiamo a usare gli spazi in maniera polivalente, utile anche per il contesto in cui si trova”.
Ciò che filtra dalla commissione, quindi, è che la seconda fase di demolizioni potrebbe partire entro qualche settimana, prima con la fase di bonifica, di cui ha parlato Tripodo, e poi con l’effettiva demolizione di Casa del Portuale ed ex silos da completare nei primi mesi del 2025. Tripodo ha concluso: “Contiamo di finire le demolizioni nella primavera 2025. Secondo il cronoprogramma attuale il collaudo sarà entro il dicembre 2029”